Salvatore Cicu
30 luglio 2015
L'opinione di Salvatore Cicu
Un Piano del Lavoro per risollevare la Sardegna
È una fotografia impietosa quella tracciata dal nuovo Rapporto Swimez: uno scenario drammatico che vede l’Italia divisa da un profondo divario fra Nord e Sud, attraversata da forti diseguaglianze, dove il meridione continua a scivolare sempre più nel baratro dell’arretramento. Il tasso di disoccupazione nazionale arriva nel 2014 al 12,7%, con una percentuale del 9,5% nel Centro-Nord e del 20,5% nel Sud. Non solo. Nello stesso anno i posti di lavoro in Italia sono cresciuti di 88.400 unità, tutti concentrati nel Centro-Nord, mentre il Sud ne ha persi ben 45 mila.
La Sardegna è dentro questo dramma senza precedenti. La fragilità dei settori produttivi, il mancato sostegno alle economie di eccellenza, il blocco dell’edilizia, sono fattori determinanti in questa crisi. Sul tema lavoro la Giunta Pigliaru sta ferma a guardare, incapace di attivare azioni decise per contrastare il processo di desertificazione in corso e la cancellazione di posti di lavoro frutto diretto della caduta della domanda e degli investimenti.
Serve allora un cambio di rotta di fronte a questo fallimento. Occorre rimettere al centro la piccola media impresa, rianimare le vocazioni economiche dei territori, sbloccare il settore edile, il turismo. In questo senso è necessario concentrare tutte le risorse disponibili su un grande Piano del Lavoro: serve una riferibilità alle politiche occupazionali della nostra Regione riattivando la crescita e facilitando nuove forme di accesso al credito. Diversamente, la Sardegna sarà costretta a sprofondare nel fondo di un drammatico stallo, senza alcuna accelerazione, e senza alcuna preoccupazione da parte dell’attuale Giunta per le migliaia di sardi che continuano a stare fuori dal mercato del lavoro.
* Europarlamentare sardo Ppe
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