È cominciata a Castelsardo la settimana di Pasqua con il tradizionale "Lunissanti", l´antichissimo rito religioso che attira ogni anno numerosi fedeli tra le mura della città storica, illuminata dalle fiaccole. Le immagini
CASTELSARDO – I vicoli stretti e panoramici della fortezza dei Doria, ricavati tra abitazioni di pietra ed illuminati da fiaccole sparse ogni dove, sono stati anche quest’anno lo scenario suggestivo de “Lunissanti” di Castelsardo. Il rito religioso del Lunedì Santo, tra i più antichi e partecipati della Sardegna, introdotto secoli fa dai monaci Benedettini della Basilica di Nostra Signora di Tergu. Chiesa campestre verso la quale i membri della Confraternita dell'Oratorio di Santa Croce, ogni mattina all’alba del Lunedì Santo compiono un pellegrinaggio, portando in processione i così detti misteri, nonché oggetti-simbolo che rappresentano le fasi essenziali della passione e morte di Gesù.
Tra questi il teschio, che indica Adamo che aspetta la resurrezione, il calice, il guanto, le catene, le corde, la colonna della flagellazione, la corona, i chiodi, la croce, la scala, le tenaglie il martello e tanti altri. Oggetti che nella notte rientrano poi alla base, nella Chiesa di Santa Maria a Castelsardo, ma solo dopo essere stati trasportati tra i viottoli della città antica, dagli apostoli della Confraternita incappucciati e in saio bianco. Un rito questo che comincia al tramonto e si esaurisce nella tarda sera, sotto la luce fioca di centinaia di fiaccole, regalando così ai visitatori uno dei momenti più emozionanti ed affascinanti dell’intera processione.
Spaccato tra l’altro arricchito dai canti antichi di tre cori tradizionali che, fermandosi nei punti strategici del percorso religioso, intonano il Miserere, lo Stabat Mater e lo Jesu. Quello de "Lunissanti" è così un evento in grado di far rivivere antiche credenze e tradizioni, dimostratesi capaci di attirare ogni anno migliaia di persone, provenienti da tutte le parti dell’isola, dell’Italia e del mondo. Un rito che custodisce intriganti significati, puntualmente svelati ai presenti sul finale, quando intorno alle 23 ci si ritrova nella Chiesa di Santa Maria ed il parroco racconta dei “misteri”, lascia spazio alle ultime intonazioni e saluta i fedeli, ora più consapevoli delle antiche radici del paese arroccato e della loro coinvolgente magia.
Nella foto: un'immagine della processione
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