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A.B. 30 marzo 2015
Tossilo: il sindaco di Macomer non ci sta
Il primo cittadino Antonio Succu ha dato mandato all´avvocato pasquale Ramazzotti per valutare se la campagna mediatica sul caso dell´inceneritore leda il diritto della città che amministra e dei suo concittadini


MACOMER - Dopo il sit-in di sabato mattina, che ha visto manifestare centinaia di persone contro il progetto del nuovo inceneritore a Tossilo (dopo il via libera dalla Giunta regionale) continuano le polemiche nel Marghine. Come reso noto dall'agenzia Ansa, i sindaci di Macomer e Borore, Antonio Succu e Tore Ghisu, schierati a favore dell'inceneritore, hanno commentato: «Apprezziamo l'operato della Giunta Regionale che ha portato a compimento la procedura amministrativa che consentirà di completare il ciclo integrato dei rifiuti. Adesso chiediamo di incontrare con le nostre popolazioni il presidente Pigliaru per programmare lo sviluppo del territorio».

Il sindaco di Macomer proprio in concomitanza con il sit-in promosso dal comitato "Non Bruciamoci il Futuro" e sostenuto da oltre cinquanta sigle che si oppongono al progetto, ha firmato una delibera nella quale, dopo aver precisato tutti gli studi fatti dalla Asl di Nuoro (secondo i quali «Non viene evidenziata alcuna correlazione tra presenza dell'impianto di termovalorizzazione e l'incidenza delle patologie tumorali») ha dato mandato all'avvocato Pasquale Ramazzotti per valutare se la campagna mediatica sul caso Tossilo leda i diritti della città e dei propri abitanti. «Il legale valuti se possa configurarsi l'esistenza di un diritto alla conservazione della integrità della immagine e reputazione in capo alla comunità di Macomer - si legge nella delibera - intesa quale formazione sociale in cui la cittadinanza svolge la sua personalità; se queste manifestazioni integrino o meno una lesione di un eventuale diritto e attivi tutti gli opportuni strumenti legali e giudiziali necessari e conseguenti».

Intanto, all'indomani della protesta, Franca Battelli del comitato Non Bruciamoci il futuro ha ribadito: «La manifestazione è stata molto chiara nei segnali che ha inviato alla politica regionale. I cittadini non vogliono un nuovo inceneritore in un territorio dove l'inceneritore esiste già da 20 anni e dove si producono alimenti e vini con marchio Dop, Doc e Igp. Siamo preoccupati perché non sono mai state effettuate indagini approfondite sullo stato di salute dei residenti e sulle eventuali contaminazioni dei prodotti. Le decisioni politiche dei nostri rappresentanti territoriali e in Regione non vanno a tutela delle richieste dei cittadini ma potrebbero avvantaggiare invece gli interessi delle lobby».
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