CAGLIARI – Crolla il soffitto alla Casa dello Studente in via Trentino a Cagliari. All’alba i Vigili del Fuoco erano a lavoro per arginare il cedimento di una parte dell’intonaco del soffitto della hall causato da una infiltrazione d’acqua. Al momento l’area è stata messa in sicurezza e gli studenti continuano a usufruire degli alloggi. Ma il problema resta.

Nelle parole di Francesco Pittirra, rappresentante degli Studenti nel CDA Ersu Cagliari, lo sdegno per quanto avvenuto che, fortunatamente non ha provocato nessun danno a persone: «Quanto accaduto questa mattina mi pare un fatto gravissimo. Far vivere gli studenti in delle case spesso pericolose e pericolanti, soprattutto dopo i vari moniti lanciati in questi anni alle varie amministrazioni regionali circa i limiti degli stabili, mi pare la prova di un'ennesima dichiarazione di disinteresse delle condizioni della compagine studentesca. Chiedo alle istituzioni di constatare in prima persona le condizioni in cui versano alcuni studentati a Cagliari, e di erogare celermente i fondi necessari per garantire la massima sicurezza e incolumità degli studenti. Non è più tempo di far finta che il problema non esista».

«E' successo negli ultimi anni nelle scuole superiori – continua Pittirra - e ora anche nei centri accademici. Ci sono delle priorità che non possono essere lasciate in secondo piano, e, a scanso di equivoci, sottolineo con forza che non ci si può riempire la bocca parlando di città universitaria e di fare dell'università un gioiello del nostro territorio se prima non si parte dai luoghi in cui gli studenti vivono abitualmente, che dovrebbero essere sicuri e dovrebbero far vivere il mondo accademico in maniera dignitosa».

Giuseppe Esposito, presidente del consiglio degli studenti dell’Università di Cagliari, rincara la dose: «È l'ennesima notizia di un diritto allo studio letteralmente a pezzi. Non basta la qualità scadente, esiste anche un problema quantitativo: solo il 2% degli studenti italiani alloggiano in una residenza universitaria. In Finlandia il 32%, in Olanda il 29%, in Svezia il 28%, in Francia il 13%, in Germania l'11%. Per questo continuerò a dire che l'unica riforma universitaria di cui l'Italia ha bisogno è un aumento della quota di Pil spesa in Università e Ricerca dal 1,3% circa attuale ad almeno il 4,5%».

Nella foto la Casa dello Studente di via Trentino