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M.L.P.C. 5 marzo 2015
Buoncammino, allarme di Unidos: «Non resti ancora in mano al Dap»
Nuove destinazioni d’uso per l’ex carcere già da marzo. Sede della Dap e sezioni aperte al pubblico grazie al Fai. Ma il deputato di Unidos Mauro Pili non è d’accordo e minaccia «un´azione giudiziaria collettiva per la sua restituzione»


CAGLIARI – Nuove destinazioni d’uso per l’ex carcere di Buoncammino. Entro il mese di marzo la Dap, il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria della Sardegna e degli Uffici esecuzione penale esterna verranno trasferiti da via Tuveri alla sezione amministrativa di Buoncammino. Pare che così il Ministero risparmierà almeno 500 mila euro l'anno di affitto per gli attuali uffici.

Per ciò che riguarda le sezioni detentive, là dove si trovavano i carcerati, grazie all’opera del Fai, il Fondo Ambiente Italiano, ospiteranno i visitatori nelle ultime due domeniche del mese e in seguito accoglieranno l’associazione nazionale polizia penitenziaria. Le vecchie celle e le altre sezioni di detenzione, che sino a fine novembre hanno ospitato i carcerati trasferiti poi nel nuovo istituto di Uta, potrebbero essere visitabili già questo mese.

La guerra per l’ex carcere però non è conclusa. Il deputato di Unidos Mauro Pili è ancora sul piede di guerra e minaccia: «un'azione giudiziaria collettiva per la sua restituzione». «Il ministero della Giustizia sta mettendo a segno il grande scippo del carcere di Buoncammino. Con un atto arrogante e furtivo il Dap sta occupando la struttura per farne degli uffici e impedire così alla Regione di ottenere il passaggio immediato del bene al patrimonio regionale in quanto cessata la funzione statale del bene, come previsto dall'articolo 14 dello Statuto Sardo». Secondo Pili, «il blitz di queste prossime ore è arbitrario, grave e soprattutto senza alcuna autorizzazione. Non è pensabile che si trasformi un carcere in uffici senza che il Comune abbia dato alcuna autorizzazione in tal senso». E punta il dito anche contro la Regione: «hanno entrambi gli strumenti per bloccare tutto questo».
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