Il prossimo 5 marzo a Sorgono, gli alunni delle classi quarta e quinta dell’Istituto Professionale per l’Agricoltura ospiteranno i colleghi degli istituti di Siniscola e Nuoro per iniziare a fare rete e prepararsi al mondo del lavoro
SORGONO - Riparte dai futuri imprenditori agricoli che frequentano le Scuole Agrarie della Sardegna Centrale il progetto di Coldiretti di Educazione alla Campagna Amica 2015. Il prossimo 5 marzo a Sorgono, gli alunni delle classi quarta e quinta dell’Istituto Professionale per l’Agricoltura “F.lli Costa Azara” di Sorgono ospiteranno i colleghi degli omologhi istituti di Siniscola e Nuoro per iniziare a fare rete. Durante tutta la mattinata 60 ragazzi, con i loro professori, si confronteranno con chi già conduce un’azienda agricola e con i tecnici della Coldiretti. Temi centrali saranno il ricambio generazione in agricoltura, le opportunità offerte dalla nuova programmazione comunitaria e come affrontare lo start-up d’impresa.
«Si tratta di un progetto - spiega Simone Cualbu, Presidente della Coldiretti Nuoro Ogliastra - che vuole mettere in rete conoscenze e competenze e dare la possibilità ai ragazzi di poter confrontare esperienze e maturane di nuove». Ma anche di una iniziativa che vuole porre al centro le Scuole Agrarie, dato il lieve aumento di iscritti dello scorso anno a livello nazionale (+0,1 punti percentuali), per l’indirizzo “Servizi per l’agricoltura e lo sviluppo rurale” unito a quello per l’indirizzo “Agraria, Agroalimentare e Agroindustria” degli istituti tecnici.
«Numeri - conclude Cualbu - che testimoniano una vera rivoluzione culturale, confermata anche dai risultati di un sondaggio svolto con Ixe', secondo il quale il 54 percento dei giovani oggi preferirebbe gestire un agriturismo piuttosto che lavorare in una multinazionale (21 percento) o fare l'impiegato in banca (13 percento). Inoltre - continua poi dicendo - secondo il rapporto, il 50 percento degli italiani ritiene che cuoco e agricoltore siano le professioni con la maggiore possibilità di lavoro, mentre solo l'11 percento ritiene che l'operaio possa avere sbocchi occupazionali».
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