Le dure parole dell´assessore provinciale all´indirizzo dell´esponente della Giunta regionale in merito alla tappa sarda del Rally d´Italia. Cortocircuito nel Partito Democratico regionale
ALGHERO - Il Rally d'Italia divide la politica sarda. E ancor di più il centro-sinistra isolano. La contrapposizione tra Alghero e Olbia nell'ospitare l'evento automobilistico internazionale (in particolare la premiazione e le varie postazioni) sta minando i rapporti all'interno del Partito Democratico che governa in Regione.
Il primo endorsement per la Gallura da parte dell'assessore regionale al Turismo Francesco Morandi non è piaciuto agli amministratori del nord ovest, ne tantomeno al senatore Silvio Lai che della questione ha investito il presidente Pigliaru, "scaricando" il delegato in Giunta [
LEGGI]. Ma il secondo "exploit" dello stesso Morandi sui bandi per le manifestazioni di interesse turistico [
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«E se avessimo messo a bando tutte le consulenze in affidamento diretto che l'assessore Morandi ha preso negli ultimi quindici anni dagli enti locali e associazioni di categoria, diciamo, "a regole di mercato", quante ne avrebbe ottenuto?». Daga (che aveva voluto l'evento anche nel suo ex ruolo di presidente Stl) insiste sui meriti acquisiti dalla Riviera del Corallo dopo il successo della scorsa edizione, e i problemi riscontrati in passato dall'organizzazione nel capoluogo gallurese: «da anni la Federazione internazionale dell’Automobile, il Promotore e le Case automobilistiche scrivevano, nero su bianco, che la Sardegna non era un adeguato palcoscenico per il Campionato del Mondo e che Olbia era una città che sembrava non apprezzare quello che aveva».
Nella foto: Enrico Daga
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