Sono unite le imprese sarde e decise a combattere contro la misura del Governo che obbliga la Pubblica amministrazione a versare l’Iva dovuta alle imprese direttamente all’Erario con una grande perdita di liquidità
OLBIA - Michele Fiori, presidente dell’associazione generale “Cooperative Italiane Federazione Gallura” denuncia la situazione «di disagio e di insofferenza» vissuta dalle imprese sarde ed esprime contrarietà nei confronti dell’ultima misura del Governo, ovvero lo “split payment”. Giudicata un «handicap», la norma obbliga la Pubblica amministrazione a versare a partire dal 1 gennaio l’Iva dovuta alle imprese direttamente all’Erario, drenando liquidità dalle aziende, «proprio nel momento in cui più ne avrebbero bisogno, e rischia così di rendere ancora più difficile agganciare la ripresa soprattutto per i settori più colpiti dalla crisi».
Ecco perché le imprese aderenti al’Acipl, all’Ance ed alle Associazioni degli Artigiani delle costruzioni aderiranno alla campagna di protesta contro la misura del Governo, la quale prevede la petizione per tutte le imprese che lavorano con la Pubblica Amministrazione intitolata “No allo split payment”. Tale misura, come spiegato da Fiori aggraverebbe ancor di più una situazione già complessa per le aziende, alle prese quotidianamente con i tardivi pagamenti della Pubblica Amministrazione (74 miliardi di euro secondo le ultime stime), gare al massimo ribasso, stretta creditizia, dumping contrattuale, cooperazione spuria, oltre che con le conseguenze dell’alluvione del 18 novembre.
«Se è vero che lo Stato vuole sostenere gli sforzi delle imprese che non si arrendono alla crisi – dice allora a tal proposito Carlo Zini di Alleanza Cooperative - con questa norma siamo al paradosso. Da una parte, infatti, lo Stato non onora nei tempi dovuti i propri debiti verso le imprese, dall’altra con lo “split payment” toglie loro ulteriormente liquidità».
Nella foto: Michele Fiori
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