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Daria Chiappe 25 gennaio 2015
Il pubblico stregato da Zorba chiede il bis
È stato grande il successo ottenuto dalla compagnia ungherese “Ballet Gyor”, esibitasi sabato 24 gennaio al Teatro Comunale di Sassari, al termine della cui performance danzata il pubblico ha richiesto la replica del famoso sirtaki


SASSARI - Sorprendente, accurato e travolgente il balletto “Zorba” andato in sena sabato scorso al Teatro Comunale di Sassari, in occasione del secondo appuntamento con la Stagione 2015 del Circuito Danza Sardegna. Circa 850 gli spettatori calati nella coinvolgente storia di amicizia tra Zorba il greco e Basil: l’uno amante della vita e l’altro sostenuto, in viaggio d’affari a Creta; un’isola che con la sua solarità, le sue bellezze mediterranee e le sue tradizioni riuscirà a stregare i due, unendoli nelle gioie, negli amori, nelle disgrazie e nei ricordi.

Il tutto attraverso l’aggregante strumento della danza, quello cioè attraverso cui è avvenuta la conoscenza, si è consolida l’amicizia, si è ricordato il felice e travagliato trascorso e ci si è lasciati dicendosi addio come sul finale, con l’atteso e famoso sirtaki di Mikis Theodorakis. Impossibile qui non tentare di tenere il ritmo, sempre crescente, con le mani, non fremere nelle sedie e non urlare il bis al termine di una perfetta, allegra e contagiosa performance. Uno spezzone ripetuto di dovere dai 20 ballerini con soddisfazione e ancora più energia, perché per gli artisti, si sa, non esiste stimolo e ricarica migliore degli applausi e di una replica urlata e desiderata!

È stato grande dunque il successo ottenuto dalla compagnia ungherese “Ballet Gyor”, di impostazione classica ed elegantissima nei movimenti, forte della preparazione tecnica e delle coreografie studiate appositamente da Gyula Harangozò. Di impatto a tal proposito le pose finali delle scene corali, simili a quadri, il ballo con le tuniche dorate e gli innumerevoli salti e passi ripresi dalla tradizione greca, ora riadattati e inseriti in un contesto classico-moderno. Funzionale poi la scenografia mobile capace, a seconda delle necessità, di trasformarsi in porto, mare, scogliera, casa e interno di una chiesa. Un mondo quello di Zorba insomma ricco di significati e risvolti emotivi, raccontato solo ed esclusivamente attraverso il linguaggio del corpo che, con le sue educate movenze e capacità espressive è riuscito a far silenziosamente dialogare tra loro danza, musica e recitazione. E lo ha fatto in una maniera così armonica e comunicativa da riuscire a tenere incollato alle sedie il pubblico anche al termine dei due atti e dei 90 minuti di spettacolo.

Nella foto:una scena dello spettacolo
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