La provincia del Nord-Ovest della Sardegna è quella che presenta il maggior numero di lavoratori in uscita, seguita da Cagliari, Oristano e Nuoro. La crisi maggiore nel settore edile
SASSARI - Continua l’emorragia di posti di lavoro in Sardegna. Nel primo trimestre del 2015 nell’isola si perderanno altri 650 posti di lavoro: i lavoratori in uscita saranno 4.820 a fronte di 4.170 nuove assunzioni. Il dato, in controtendenza rispetto a quello nazionale, è evidenziato dalla “Cna Sardegna”, che commenta il monitoraggio trimestrale effettuato dal Sistema informativo “Excelsiordi Unioncamere” e Ministero del Lavoro, che a livello nazionale lascia intravedere una ripresa dell’occupazione con la creazione complessiva di 8.400 nuovi posti di lavoro. Questa ripresa sembra infatti essere ancora molto lontana in Sardegna e nel resto del Mezzogiorno.
Nell’isola, a livello provinciale, il dato peggiore è previsto a Sassari con 1.750 lavoratori in uscita contro i 1.310 in entrata (-440). Segue Cagliari che, a fronte di 2.020 assunzioni, vedrà 2.160 lavoratori abbandonare il mercato (-140), mentre a Nuoro si registrano 20 posti in meno e a Oristano 50. La Cna Sardegna ha poi analizzato anche i dati contenuti in una recente ricerca sulla imprenditoria straniera effettuata da “Unioncamere” e “InfoCamere”, che relega la Sardegna agli ultimi posti in Italia per la presenza di imprenditori stranieri.
Sulla base dei dati del registro delle imprese delle Camere di commercio isolane, Sassari è la provincia sarda che registra il maggior numero di imprese guidate da stranieri: il 5,1 percento delle oltre 13mila aziende. Segue Nuoro con il 3,9 percento delle quasi 7mila imprese, chiudono Cagliari (2,5 percento su oltre 14mila) e Oristano (2,4 percento su 3.264). Numeri particolarmente bassi rispetto ad una media italiana che arriva quasi al 13 per cento di imprese guidate da stranieri. Una situazione grigia quella dell’occupazione in Sardegna dovuta, secondo Pierpaolo Piras e Francesco Porcu, rispettivamente presidente e segretario regionale della Cna Sardegna, al calo del 40 percento degli investimenti, specie nel settore edilizio.
«La Regione Sardegna sblocchi subito la legge sull’edilizia – è stato quindi l’appello della Cna Sardegna - approvi con urgenza la legge finanziaria e concentri tutte le risorse disponibili su un grande piano del lavoro. La decisione di varare un piano per le opere pubbliche con l’accensione di un mutuo per 600 milioni di euro prevista dalla finanziaria per il 2015 va nella giusta direzione, a condizione che i cantieri vengano avviati con celerità e le risorse immesse immediatamente nel circuito economico».
Nella foto: Pierpaolo Piras
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