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A.B. 31 dicembre 2014
Costruzioni: cala l´indotto in Sardegna
Se nel 2013, il valore del settore delle costruzioni, dell’immobiliare e del suo indotto è stato di 5,89miliardi di euro, nel 2008, all’apice del ciclo espansivo, la cifra d’affari del settore era stimata addirittura in oltre 8,75miliardi di euro.


CAGLIARI - In sei anni, dal 2008 al 2013, il peso delle costruzioni e dell’immobiliare sull’economia della Sardegna è passato dal 29percento al 21percento del valore aggiunto prodotto complessivamente nell'Isola. Se nel 2013, il valore del settore delle costruzioni, dell’immobiliare e del suo indotto è stato di 5,89miliardi di euro, nel 2008, all’apice del ciclo espansivo, la cifra d’affari del settore era stimata addirittura in oltre 8,75miliardi di euro. Lo rivela uno studio messo a punto dall’Ufficio studi della Cna sarda che, andando oltre gli indicatori ufficiali del settore edile (che nel 2013 ha segnato per la Sardegna il 5percenot in termini di valore aggiunto, il 7,9percento in termini di occupati ed il 14,7percento per numero di imprese attive) inserisce nella stima del peso del settore anche l’indotto, universo che ricomprende moltissimi soggetti e settori dell’economia isolana (proprietà fondiaria; industrie produttrici di materiali, prodotti e impianti; aziende della distribuzione progettisti; naturalmente le imprese di costruzioni; installatori e posatori; promozione immobiliare; commercializzazione ed intermediazione; credito; studi legali; notariato).

«La rilevanza delle costruzioni sull’economia sarda può assumere valori assai diversi da quelli che tradizionalmente vengono presi in considerazione», spiegano Francesco Porcu e Mauro Zanda rispettivamente segretario regionale della “Cna” e presidente di “Cna Costruzioni” a commento della rilevazione che valuta l’intera filiera delle costruzioni ricomprendendo anche l’indotto generato dalle molteplici attività del settore (attività legate all’accesso e al mantenimento del bene e valore dell’attività immobiliare, depurata dai suoi costi intermedi). Quantificando gli effetti diretti ed indiretti della spesa nel settore privato delle costruzioni, lo studio della Cna rileva che nel periodo 2008-2013 ogni miliardo di euro investito in Sardegna nel settore delle costruzioni ha generato un volume di spesa complessiva pari a 1,3miliardi. Nel periodo considerato, il valore del moltiplicatore si è progressivamente ridotto, passando dall’1,52 del 2008, all’1,15 del 2013. In particolare nel 2013 un valore della produzione di 5miliardi di euro ha attivato risorse pari 5,76miliardi, un impatto economico pari al 20,6percento del valore aggiunto complessivo, che ha toccato addirittura il 29% nel picco del ciclo espansivo. Per una corretta valutazione del peso delle costruzioni nell’economia della Sardegna, lo studio della Cna considera anche gli effetti indotti dall’immissione sul mercato dei nuovi prodotti edilizi e dagli interventi di riqualificazione del patrimonio esistente quantificando innanzitutto le modalità di accesso al nuovo bene e la sua fruizione nel tempo.

Per l’accesso alla fruizione di un bene immobile, gli occupanti mediamente spendono circa 30mila euro ad abitazione per il settore residenziale e 50mila euro ad unità locale per immobili strumentali. Nel dettaglio, si spendono poco meno di 11mila euro ad abitazione per le spese amministrative (imposte d’acquisto, spese attivazione mutuo e spese notarili) e poco meno di 20mila ad abitazione per le altre spese varie (trasloco, mobili, articoli d’arredamento, allacci telefono, gas, elettricità, servizi amministrativi). Sulla base di questi dati, secondo la Cna sarda, su una produzione edilizia ultimata nel 2013 pari ad 6400 abitazioni e 1,6milioni di metri cubi non residenziali, la cifra d’affari messa in circolo dalla nuova produzione è complessivamente valutabile in 469,2milioni di euro, di cui 194,5 riferibili al comparto residenziale e 274,7 a quello non residenziale. Quanto ai costi di mantenimento che scaturiscono dalla presa di possesso di un immobile, la spesa media annua per tasse, bollette, pulizia, arredamento e manutenzioni è stimata in poco più di 8mila euro ad alloggio e 17mila euro ogni 300 mc di volume non residenziale. «Si tratta – spiegano Porcu e Zanda - di risorse destinate a vari settori economici e istituzionali: industria dell’arredamento, prodotti energetici, settore assicurativo, pubblica amministrazione, ecc. La stima per il 2013 ha consentito di definire un valore pari a 145,6milioni di euro, 51,9milioni riferibili al residenziale e 93,7milioni al non residenziale». Secondo l’analisi della Cna, per una stima completa del peso economico delle costruzioni, al valore della produzione occorre però aggiungere anche un terzo fattore: il valore aggiunto del mercato immobiliare. La stima viene effettuata partendo dal valore del fatturato, pari a circa 1,17miliardi di euro, a cui si sottrae il 60percento della nuova produzione residenziale ed il 27percento di quella non residenziale, nonché il 20percento della manutenzione straordinaria ed il 5percento di quella ordinaria, giungendo a definire un valore di 280,4milioni di euro.

Insomma, secondo la rilevazione dell’ufficio studi Cna, al valore della produzione 2013, stimato in poco meno di 5miliardi, si devono aggiungere anche le risorse destinate all’accesso ed al mantenimento degli immobili di nuova produzione, stimate in 194,5milioni per il residenziale ed in 274,7milioni per il non residenziale, nonché il valore aggiunto del mercato immobiliare, pari a 280,4milioni. «Queste tre voci – commentano Porcu e Zanda - definiscono una ragionevole stima del volume di risorse indirettamente attivate dal settore costruzioni nel 2013, pari complessivamente 895,4 milioni. La somma di questo valore con quello delle costruzioni “in senso stretto” determina, come detto, una cifra d’affari complessiva del settore delle costruzioni, dell’immobiliare e dei settori indirettamente coinvolti, pari a 5,891miliardi di euro nel 2013, il 18percento in più rispetto al dato di partenza. Il settore – dichiarano i vertici della Cna – ha dunque un impatto economico molto maggiore di quello che appare da una frettolosa analisi delle statistiche ufficiali. Il riordino intelligente ed equilibrato della legislazione che impatta sul settore può e deve costituire la premessa per rilanciare come sosteniamo da tempo in chiave ecosostenibile la filiera delle costruzioni da cui può venire l’impulso per la ripresa dell’intera economia isolana. La Regione – concludono Porcu e Zanda - approvi con urgenza il cosiddetto “Piano casa” e contestualmente avvii la definizione di una nuova legge urbanistica e la definitiva riconfigurazione del Piano paesaggistico regionale».
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