Sulla scuola di polizia penitenziaria interviene Cossa dei Riformatori: difenderemo la struttura di Monastir a ogni costo. Preoccupazione per i lavori a rilento per il carcere di Uta
CAGLIARI - «Le notizie che arrivano sulla sorte della scuola di polizia penitenziaria non sono affatto buone. Ribadiamo ancora una volta la nostra assoluta contrarietà a questo piano di smantellamento: gli agenti hanno il diritto di formarsi e addestrarsi in Sardegna al pari di altre forze di polizia». Lo dice il coordinatore regionale dei Riformatori sardi, Michele Cossa.
«La politica sarda - prosegue il coordinatore dei Riformatori - deve tenere alta la guardia. La Regione non può stare in silenzio, ma deve impegnarsi per costringere il governo a tornare indietro sul l'ennesimo scippo ai danni della Sardegna».
Cossa esprime, inoltre, «grande preoccupazione per la situazione dei lavori del nuovo carcere di Uta. Si trasferiscono i detenuti con un cantiere ancora aperto. Altra questione su cui la politica sarda deve tenere alta la guardia. Sarebbe inaccettabile che rimanesse un'altra grande incompiuta, per di più con dentro i detenuti».
Nella foto il carcere di Uta
Commenti