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Sassari NewsnotiziealgheroOpinioniPoliticaServizi sanitari all´altezza, basta posizioni clientelari
Michele Pais 23 novembre 2014
L'opinione di Michele Pais
Servizi sanitari all´altezza, basta posizioni clientelari


Il Consiglio comunale ha votato all’unanimità una mozione che, senza distinzione di appartenenze politiche, rivendica nei confronti della Regione il diritto ad una assistenza sanitaria degna di questo nome che, evidentemente, passa anche per la costruzione, ove possibile, di un nuovo ospedale. E proprio per far sentire con maggiore forza la voce di un territorio importante come il nostro, si è deciso di convocare un Consiglio Comunale a Cagliari, nel palazzo della Regione, proprio dove si decidono le sorti della sanità regionale, naturalmente alla presenza del presidente Pigliaru. Da lui pretenderemo di conoscere i progetti della sua Giunta per la sanità algherese, rivendicando diritti, senza pretendere privilegi rispetto al restante territorio regionale. Niente di più ma, sia chiaro, neanche niente di meno. D'altronde su ciò il sindaco Bruno aveva preso chiari impegni in campagna elettorale con la comunità algherese, garantendo che proprio grazie alla propria vicinanza al Governo regionale e, personale, al presidente Pigliaru, sarebbe riuscito ad impegnare la Regione alla costruzione del nuovo ospedale algherese.

Le cronache recenti, purtroppo, hanno smentito il sindaco il quale ha dovuto prendere atto che della costruzione del nuovo ospedale di Alghero, Pigliaru e la sua Giunta amica non ne parlano neanche, con buona pace del sindaco ma soprattutto degli algheresi. Delle due, pertanto, l’una… o tra i nostro sindaco ed il presidente Pigliaru non c’è mai stato nessun accordo in tal senso o Pigliaru se l’è rimangiato. Personalmente, per come conosciamo la politica regionale e per come questa abbia sempre bistrattato il nostro territorio (tutti, destra e sinistra), tendo a propendere per la tesi del Sindaco. Lo scopriremo. Ma in ogni caso, il risultato è sempre lo stesso… la Regione non ha previsto la costruzione di un nuovo ospedale ad Alghero. E ora che si fa? E’ tutto perduto per la sanità algherese? Cosa può e deve pretendere la classe politica cittadina su questo argomento? A questo punto, mi si consenta una considerazione personale, che pur potendo apparire fuori dal coro, è da sempre stata la mia posizione sul concetto di assistenza sanitaria e del diritto alla salute che lo Stato (in senso lato) dovrebbe garantire a tutti i cittadini in tutto il territorio nazionale, da nord a sud.

La gestione della salute è così delicatamente complessa che non è pensabile possa essere guidata da velleitarismi di campanile o, peggio, da esecrabili tutele di rendite di posizione clientelari, come troppo spesso in Sardegna, in Alghero e non solo, accade. Le domande che la comunità algherese e i politici che la rappresentano a mio avviso dovrebbero porre ai responsabili della sanità regionale sono: “in che modo pensate di garantire servizi sanitari di qualità, tecnicamente avanzati, dove il paziente sia al centro del percorso di diagnosi e cura?” e poi “immaginando che domani il nuovo ospedale fosse già costruito, che tipo di servizi sanitari saremmo realisticamente in grado di offrire e con quale livello?”. In sostanza, dopo aver speso una così grande quantità di danaro per la costruzione di un nuovo ospedale, come si intende “riempirlo” di contenuti e specializzazioni e con quali risorse? I “muri”, in se e per se, non hanno mai saputo dare un’efficiente, efficace ed economicamente sostenibile gestione della salute dei cittadini.

Intanto per essere chiari e per non prendere per i fondelli nessuno, bisogna dire ai cittadini di Alghero che, attualmente e aldilà delle rassicurazioni del politico di turno, nessun fondo per la realizzazione di nuove strutture ospedaliere verrà erogato in assenza di un piano di riorganizzazione della rete regionale dell’assistenza ospedaliera, che ad oggi non esiste! Non solo. Nessun fondo verrà assegnato per la realizzazione di posti letto nuovi, considerato che per l’applicazione del decreto Balduzzi occorre decisamente adeguare, riducendolo, il pletorico numero attualmente esistente. Ecco perché penso che la politica seria e responsabile debba battersi per le cose ottenibili, senza indugiare a velleitarismi di campanile che, purtroppo, se pur emotivamente coinvolgenti, sono destinati a fallire inesorabilmente. L’unico documento di programmazione approvato dalla Giunta Regionale è datato 20 luglio 2011 deliberazione 31/2 (Avvio procedure di riorganizzazione della rete del Avvio procedure di riorganizzazione della rete dell’emergenza, della rete ospedaliera e della rete territoriale. Approvazione preliminare). Quest’atto, che avrebbe dovuto adeguare il sistema della rete ospedaliera regionale alla disposizioni del Decreto Balduzzi, purtroppo non ha nessuna efficacia posto che il Consiglio Regionale, unico organo competente in materia, non l’ha mai approvato. Oggi pertanto quell’atto è poco più che carta straccia, con la conseguenza che la Sardegna è priva totalmente di un Piano delle Reti Ospedaliere, atto propedeutico a qualsiasi costruzione di nuovo ospedale nel territorio regionale (prova ne sia che per il San Raffaele di Olbia è stata necessaria una modifica di legge del Governo nazionale).

Il problema di fondo è il fatto che si tende ad assimilare la “sanità” con le strutture ospedaliere. Niente di più sbagliato. Gli ospedali sono solo un tassello di un più ampio sistema sanitario che parte certamente dalla prevenzione (fatta con i sevizi territoriali, medicina generale ecc.). Un buon sistema sanitario è quello che utilizza il meno possibile gli ospedali, ai quali si deve ricorrere come estrema ratio. I servizi sanitari in tutto il mondo tecnologicamente avanzato sono organizzati in reti: rete dell’Emergenza-Urgenza, nelle sue articolazioni territoriale (118, guardia medica-continuità assistenziale, specialisti ambulatoriali, medicina generale) e ospedaliera (Dea di secondo e primo livello, pronto soccorso semplici, punti di primo intervento); rete dell’Assistenza Ospedaliera (strutture ospedaliere); rete della Medicina del Territorio (medicina generale, specialisti ambulatoriali, igiene pubblica, medicina del lavoro, servizi veterinari, ecc ecc).

A mio modesto modo di vedere le cose, ritengo che i servizi sanitari per un territorio, una regione, uno Stato debbano essere disegnati a partire da una rete efficiente di gestione delle emergenze e di un successivo sistema di accoglienza e cura. Una sanità che non solo curi le persone ma, soprattutto, che sappia prendersi cura delle persone, soprattutto fuori dagli ospedali. Penso quindi che, prima di tutto, ciò che dovremmo chiedere alla Regione, realisticamente e concretamente, è che i servizi di emergenza siano disegnati per rispondere al numero di abitanti e alle caratteristiche del territorio algherese, che l’attuale ospedale civile sia immediatamente ristrutturato ed ampliato, maggiori risorse e formazione al personale sanitario costretto ad operare in situazione di grandissima precarietà ma che, nonostante tutto, riesce a eccellere nei singoli reparti, ottimizzando le specialità esistenti alle reali esigenze di tutela della salute dei cittadini algheresi, così come servizi di emergenza adeguati, macchinari diagnostici e terapeutici tecnicamente avanzati (che non costringano attese di mesi se non anni).

Dovremmo chiedere che il Marino, gioiello della sanità sarda, sia adeguatamente valorizzato per difendere una autorevole tradizione nell’ortopedia e magari utilizzarlo per le cure intermedie e/o per le lungodegente e per la riabilitazione, anche di alta specializzazione. I posti letto per la gestione di queste necessità, sempre più rilevanti in una società che progressivamente invecchia, sono drammaticamente carenti nell’offerta isolana. Mi piacerebbe pertanto che “costruiamo il nuovo ospedale” non si riduca a slogan o ad una medaglietta da appuntare sul petto in nome di un campanilismo a volte inutile e dannoso e che, quantomeno, ci porterebbe a scontrarci (per rimanere ai territori limitrofi) con Ittiri, Thiesi e Bonorva che al pari nostro avrebbero ben diritto di richiedere la ricostruzione dei rispettivi ospedali. Non è questo che serve a noi cittadini, utenti della buona sanità. Dovremmo affiancare alla lotta per un nuovo ospedale, la richiesta, anche più forte, di fondi per cose che siano concretamente utili alla tutela della salute dei nostri concittadini. Insomma, battiamoci per ottenere servizi sanitari all’altezza e non solo la costruzione di un nuovo edificio che, in se e per se e da solo, non è in grado di garantirli!

*consigliere comunale Forza Italia Alghero
Commenti
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