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S.I. 19 novembre 2014
Aicop: operaio si sente male, protesta continua
«La situazione è insostenibile, chiediamo l´immediata convocazione di un incontro con gli assessori regionali del Lavoro e dell´Industria per risolvere la vertenza», è l´appello del dirigente dell´Ugl Sassari, Simone Testoni, a nome dei lavoratori dell´Aico-Aicop,


SASSARI - Operaio si sente male ma sceglie di restare al fianco dei suoi colleghi per proseguire la battaglia. «La situazione è insostenibile, chiediamo l'immediata convocazione di un incontro con gli assessori regionali del Lavoro e dell'Industria per risolvere la vertenza», è l'appello del dirigente dell'Ugl Sassari, Simone Testoni, a nome dei lavoratori dell'Aico-Aicop, azienda sassarese specializzata nella realizzazione di manufatti prefabbricati per l'edilizia, che da tre giorni hanno proclamato lo sciopero della fame. «Oggi uno degli operai ha accusato un malore, è intervenuto il 118 ma ha rifiutato il soccorso e ha scelto di restare al fianco dei suoi colleghi per proseguire questa battaglia per la propria dignità», riferisce il sindacalista Testoni.

La cassa integrazione dei dipendenti Aico-Aicop è scaduta lo scorso 31 ottobre, ma loro non ricevono un centesimo da gennaio. Qualche giorno fa la doccia fredda, l'avvio delle procedure di mobilità e il rischio di ricevere da un momento all'altro la lettera di licenziamento, li ha spinti a occupare lo stabilimento aziendale di Cargeghe. Stanchi di essere circondati da una cortina di silenzio e indifferenza, gli operai hanno quindi proclamato lo sciopero della fame. La richiesta degli operai e della Ugl è chiara.

«Vogliamo lavorare, se i proprietari di Aicop-Aico non sono all'altezza si facciano da parte e ci lascino produrre - ribadiscono i dipendenti - invece stanno smantellando questa fabbrica, hanno venduto i macchinari e stanno lottizzando gli spazi, qui dentro opera già un'officina, mentre il piazzale esterno è diventato il parcheggio di una ditta di automezzi pesanti. Lo sciopero della fame andrà avanti a oltranza finché non verranno a dirci quale soluzione è stata trovata per la nostra richiesta di lavoro».

Nella foto Simone Testoni
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