Durante l´udienza del processo Amadu, riguardante la vicenda dei fondi ai gruppi regionali, un teste di Sassari è stato accusato di falsa testimonianza
SASSARI - Continua senza sosta il lavoro del Pubblico Ministero Cocco riguardo la maxi indagine dei fondi ai gruppi regionali. E, com'è normale, durante le varie udienze non possono che saltare fuori dagli atti particolarità ed elementi che possono in taluni casi salvare in altri inguaia il politico di turno.
Nel caso del cinque volte consigliere regionale, il sassarese, Tore Amadu (che deve risponde dell'accusa di peculato aggravato) potrebbe essere la seconda ipotesi ciò a seguito delle rilevanti incongruenze emerse durante l'ultima udienza in cui sono stati ascoltati alcuni testimoni tra cui il tabaccaio Nicolino Peigottu. Incalzato dalle domande del Pm da quanto emergerebbe ha risposto in modo non corrispondente alle sue dichiarazioni precedenti rilasciate all'avvocato Mariano Delogu tanto da far alterare il magistrato e da fargli chiedere al presidente del collegio l'avvio delle procedure per l'accusa di falsa testimonianza per Peigottu.
I problemi sono nati quando il tabaccaio è stato chiamato in causa per testimoniare la spesa in francobolli, circa 3mila, che secondo quanto raccontato avrebbe sostenuto l'ex-consigliere regionale. Peigottu, durante il racconto, ha fatto confusione sui metodi di registrazioni di tali spese: dai foglietti ai pagamenti in contanti al ricordo. Insomma inesattezze che ha fatto scattare un'accusa di falsa testimonianza per il teste. Intanto l'onorevole Amadu fa sapere di non aver commesso alcune irregolarità e di aver sempre lavorato per i sardi.
Nella foto l'ex-consigliere regionale Tore Amadu
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