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Mariangela Pala 29 ottobre 2014
Passa la mozione Garau: duro colpo al sindaco Scarpa
La mozione presentata dal Partito democratico sul caso Garau è stata approvata in Consiglio comunale con 12 voti a favore e due astenuti, il sindaco Beniamino Scarpa e il Presidente del Consiglio, Ivan Cermelli


PORTO TORRES - La mozione presentata dal Partito democratico sul caso Garau è stata approvata in Consiglio comunale con 12 voti a favore e due astenuti, il sindaco Beniamino Scarpa e il Presidente del Consiglio, Ivan Cermelli. Tre i consiglieri che non hanno partecipano al voto: Carlo Cossu, Massimo Piras e Pier Luigi Fiori. Il dispositivo costruito e presentato dal gruppo consiliare di minoranza del Pd passa a larghissima maggioranza raccogliendo il voto degli esponenti del Psd’Az che sostengono l’amministrazione Scarpa. Una convergenza nata dalla necessità di dare applicazione immediata alle sentenze che dispongono il reintegro dell’ex dirigente del settore tecnico ambientale, Marcello Garau, illegittimamente licenziato nel 2011, onde evitare che i ritardi possano avere ulteriori gravi ripercussioni per le casse comunali. Nell’ultima sentenza depositata dal Consiglio di Stato in data 2 ottobre 2014 si dispone, infatti, l’annullamento del licenziamento con la condanna dell’amministrazione comunale di Porto Torres a risarcire Garau delle retribuzioni non percepite a causa del licenziamento.

Il giudice ha dunque eccepito l’infondatezza e la illegittimità del provvedimento di licenziamento adottato dall’ente. Un duro colpo per il sindaco Scarpa subìto dall’opposizione e parte della maggioranza che gli chiedono di attivarsi affinché si possano eseguire senza indugio le sentenze della Corte di Appello e del Consiglio di Stato con la immediata reintegra del dirigente. La seduta si svolge a porte aperte, nonostante la richiesta del Presidente del consiglio Ivan Cermelli di procedere a porte chiuse, ma il consigliere Luciano Mura che illustra la mozione, sottolinea come il documento riguarda atti pubblici assunti dall’amministrazione comunale e dal tribunale, pertanto non si rende necessario procedere con seduta segreta. «Questo consiglio non è un Tribunale e non vogliamo difendere gli interessi di alcuno ma soltanto quelli di questo Ente», precisa Mura. «Quello che a noi preoccupa sono gli effetti pesanti che la situazione di mancato reintegro determina sul bilancio comunale», sottolinea Mura.

Si fa riferimento ad alcuni candidati al Consiglio comunale appartenenti alle liste che appoggiavano Scarpa, “accaniti” contro l’assunzione di Garau sul quale pare vi fosse un pregiudizio prima ancora di qualsiasi pronunciamento del Tar. Non è certo tenero il consigliere Pietro Madeddu che sferra un attacco politico al gruppo di “Città democratica” che sedeva allora in consiglio nei banchi della maggioranza, «La scintilla è partita dalla parte politica che invitava il segretario comunale a licenziare il dirigente. Un accanimento di una parte politica contro un cittadino, che si è sostituita alla magistratura, facendo pressioni per il licenziamento di Garau». Il sindaco interviene con una nota di replica «Il licenziamento di Garau è stato deciso in totale autonomia dal dirigente del comune non certo in base ad una delibera di Giunta». Procede nella lettura di una relazione predisposta dagli uffici tecnici su richiesta del sindaco stesso, in cui si evidenzia che gli uffici legali stanno valutando le possibili soluzioni per consentire il proseguimento del rapporto di lavoro di Garau, e perché venga tutelato l’interesse dell’Ente.

Ma tra le fila delle opposizioni e del Psd’Az c’è il convincimento della sussistenza di pressioni politiche alla base del licenziamento dell’ex dirigente del settore tecnico-ambientale, un provvedimento preso su sollecitazione di un ex consigliere comunale della maggioranza. Il consigliere Angelo Canu sostiene che vi sia stata l’intenzione di licenziare il dipendente, un atto di vendetta accompagnato da un rivoluzionario trasferimento arbitrario dei dipendenti da un ufficio all’altro. «Chi sbaglia paga e credo sia giunto il momento di prendere atto del suo fallimento, per questo motivo la invito e fare un gesto di responsabilità e di dimettersi», così Canu al sindaco Scarpa. «Si stanno dicendo cose di una gravità inaudite e pertanto chiedo che gli atti vengano trasferiti alla procura della Repubblica» risponde il sindaco.

Ma il colpo pesante arriva dal consigliere Chessa: «Da un punto di vista politico assisto con piacere al contrasto tra alcuni esponenti della maggioranza e la Giunta, mi piacerebbe vederla più spesso. Oggi però non mi sento di contestare l’atteggiamento di chi ha fatto valutazioni politiche sulla questione Garau, e che oggi non è più in consiglio. Chiedo però a quei consiglieri che affermano la sussistenza di un accanimento contro il dirigente, di riconoscere l’inconsistenza politica di una maggioranza e del suo capo e di preparare una mozione di sfiducia nei confronti del sindaco». Una vicenda di carattere politico che comunque ha visto la condanna di un ex dirigente, licenziato ingiustamente e prima ancora di una persona che la giustizia nei diversi gradi del giudizio ha riconosciuto come innocente. Un consiglio comunale, un organo politico che si erge a tribunale percorrendo la strada del rancore fine a se stesso, ma che lascia una vittima: un cittadino che svolgeva onestamente il proprio lavoro.
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