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S.C. 20 ottobre 2014
Politica e Parco: il paradosso di Alghero
Di seguito la lettera integrale inviata alla redazione del Quotidiano di Alghero da un cittadino che vede così l´attuale contrapposizione politica in atto. Ritorna il vecchio adagio del "tanto peggio, tanto meglio"


ALGHERO - «Il paradosso di Alghero». Lo inquadra così un lettore il recente scontro avvenuto tra i membri dell'assemblea del Parco di Porto Conte (che corrispondono ai consiglieri comunali) [LEGGI]. Un'occasione per contrastare la scelta della Maggioranza, prevista e scontata, di chiedere al presidente Lubrano le dimissioni, essendo espressione di un'altra forza politica oggi non rappresentata nei banchi del Parco come in quelli di via Columbano. Ed essendo lo stesso Presidente Lubrano impegnato politicamente. Tutto conseguenza delle ruggini del passato, si dirà. Ecco la lettera integrale inviata alla redazione del Quotidiano di Alghero da Mario Sechi.

Egregio Direttore,
Oramai siamo al paradosso. E’ noto che Alghero per certi aspetti esprima ciclicamente il peggio di se. Ma non in quanto valore assoluto, più che altro in relazione a quelli che sono gli auspici di una cittadina con un passato abbastanza glorioso. Non solo per gli arcinoti riconoscimenti in ambito turistico, ma anche per il percorso politico virtuoso che l’ha comunque inquadrata tra le più importanti città della Sardegna. Oggi, o meglio da qualche tempo, tutto questo sembra svanito. Se non nella piena totalità, almeno in parte. A partire proprio dai rappresentanti nell'aula di via Columbano, specchio di una società in crisi. Un ruolo estremamente importante quello del Consigliere, che dovrebbe insignire chi lo esercita di estrema responsabilità e serietà. Non fosse altro per il momento particolarmente drammatico che stanno vivendo molte famiglie algheresi e in generale tutto il Paese. Una situazione economico-sociale precaria, mancanza di sbocchi occupazionali anche per le giovani generazioni che si sommano alla difficolatà lavorative di intere fasce d'età specializzate e formate. Invece è facile incappare in atteggiamenti non all’altezza del compito assegnatogli dai cittadini. Comportamenti, talvolta, infantili più legati ad una voglia di rivalsa politica, se non addirittura personale, che non può produrre nulla di buono. Ed è così che si assiste, con assoluta sorpresa, ad un tourbillion di condotte spesso totalmente inattese. Nel caso specifico, legato alla cronaca politica, si apprende dell’inedito sostegno a Stefano Lubrano da coloro che fino poco tempo fa lo reputava "il peggior sindaco di Alghero" e ancora "una sciagura per la Città". Niente di male, chi non cambia idea è un fesso, si dice. Ma certo quando tali atteggiamenti paiono legati a logiche non tanto inclini alle esigenze della cittadinanza, qualche dubbio lo muovono. E diventa estremamente difficile non notarlo e sottolinearlo. Tra le cose inedite: i soldati dell’esercito di Marco, della testuggine azzurra, che lodano attraverso un comunicato il "Presidente di Patto Civico" dopo che solo qualche mese fa si mormora che qualcuno rischiò addirittura la querela per il troppo calore negli aggettivi non certo positivi indirizzati a più riprese all'ex primo cittadino. E poi tutti uniti, con protagonisti volti e partiti che lottarono per far cadere Lubrano e raccogliere firme per le dimissioni da consiglieri, oggi a chiedergli di restare in sella alla presidenza del Parco, nonostante lo statuto non lo contepli. Giudizi legittimi (come tutti) ma troppo interpretabili per essere veri. Neanche la consigliera grillina Di Stefano si allineò cosi tanto facilmente alle posizioni dei suoi colleghi di minoranza (per far terminare l’esperienza dell’ex-presidente di Confindustria) come oggi invece fanno gli attuali rappresentanti 5 Stelle per incensare l’attuale presidente del Parco e soprattutto per firmare un documento con il resto dell’Opposizione. Per non parlare di alcuni esperti consiglieri come Pais e Daga - distinti e distanti nelle sigle, Fi e Pd - che furono tra i più ferrei "nemici" di Lubrano, oggi chiedono, anzi implorano, che resti in sella a Porto Conte. Qualcosa non torna. O forse si, ritorna il vecchio adagio del "tanto peggio, tanto meglio" che in questi anni ha ridotto la politica (con la p minuscola) di Alghero, non tutta ovviamente, come un grande gioco di società. Sta a capire di quale società.
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