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Daria Chiappe 13 ottobre 2014
Carmen: l’invito alla magia del Teatro
La stagione lirica dell’Ente Concerti “de Carolis” si è aperta sabato al Teatro Comunale di Sassari davanti a più di mille persone con “Carmen” di Gorges Bizet, assente dalle scene sassaresi da dodici anni


SASSARI - Un grande flusso di persone ha accompagnato sabato scorso l’apertura della stagione lirica 2014 al Teatro Comunale di Sassari, ricordando le numerose presenze in chiusura dell’edizione passata, per un finale e un nuovo inizio di successo in compagnia dei grandi classici. Dopo infatti l’arrivederci della“Traviata” nel dicembre scorso, a dare il buongiorno al pubblico della lirica quest’anno è stata “Carmen” di Georges Bizet, assente dalle scene sassaresi da dodici anni.

Un grande evento che ha generato caos nelle strade limitrofe al Teatro e attirato al suo interno oltre mille persone. Ad accogliere il pubblico in sala, pronto a godersi l’opera nella edizione curata da Fritz Oeser e diretta da Andrea Cigni, un sipario a serranda recante la scritta “Carmen” in rosso. Da un lato, simile agli scempi che deturpano i muri delle città, dall’altro gocciolante come il sangue, la scritta sembrava alludere all’anima trasgressiva di Carmen e al suo triste destino.

La protagonista è infatti una sigaraia dall’animo bohemien, vittima della sua bellezza e della sua passionalità, al punto da essere uccisa sul finale dalla gelosia del brigadiere Don Josè, da lei lasciato per il torero Escamillo. Una storia d’amore e d’odio raccontata in quattro atti e in quattro ore, attraverso un melodico canto in lingua francese, sottotitolato in italiano su di un piccolo schermo, purtroppo però non visibile dalla totalità della platea.

Sottratti alla necessità di una traduzione invece, la bellezza dei costumi, realizzati da Lorenzo Cutùli, che non a caso riceverà a breve il prestigioso “International Liryc Award” per la scenografia, capaci di ricreare perfettamente un “polveroso” ambiente ottocentesco. Ma anche l’ordine scenico, derivante dalla perfetta coscienza di cantanti e figuranti di come e dove muoversi, al punto di dare vita alle volte a veri e propri quadri. Di impatto a tal proposito l’apertura sull’arena del quarto atto, suggestivo l’inizio del terzo, con lanterne luminose in grado di ricreare l’atmosfera notturna sui monti e catturante il momento di danza e baldoria sul tavolo dell’Osteria “Lillas Pastia” del secondo atto.

Degni di nota poi anche la scenografia di Dario Gessati, caratterizzata da quattro pannelli mobili, trasformati a seconda della necessità in pavimento, muro, porta, tavolo e monti e ovviamente le performance dei cantanti. Particolarmente acclamata è stata a tal proposito Gabriella Costa nei panni di Micaela (fidanzata di Don Josè), la protagonista mezzosoprano Nino Surguladze e il torero Valdis Jansons. Già apprezzata dal pubblico invece la preparazione del coro dell’Ente Concerti “Marialisa de Carolis” e della sua nascosta, ma presente orchestra. Un gruppo insomma solido al quale stavolta si è aggiunta anche la simpatica presenza del coro di voci bianche “Luigi Canepa”, che ha saputo arricchire ancor di più un'importante e riuscita opera.
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