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Sassari NewsnotiziesardegnaOpinioniTrasportiA chi fa paura GoinSardinia?
Gavino Sale 3 settembre 2014
L'opinione di Gavino Sale
A chi fa paura GoinSardinia?


Fin dai primi giorni della nascita di GoinSardinia nel 2013, iRS aveva visto con favore l'idea di alcuni imprenditori turistici del Nord Sardegna di creare una compagnia di navigazione con soli capitali privati, al fine di spezzare la struttura oligopolista del sistema dei trasporti marittimo. Non bisogna dimenticare che Tirrenia, con i suoi 72 milioni annui di contributo statale, gestiva la mobilità da e per la Sardegna con prezzi proibitivi, arrecando un grave danno alla competitività di tutto il comparto turistico. Tale sfida imprenditoriale nasceva quindi da una esigenza reale e contingente, ovvero praticare tariffe più accessibili per tutti per sostenere l'efficienza del mercato turistico. Ad oggi il progetto GiS ha avuto una brusca battuta d'arresto dovuta a molteplici fattori. Passata l'emergenza spetterà ovviamente alla magistratura e agli organi preposti fare chiarezza sulla vicenda.

Il management di GiS dovrà rispondere della gestione aziendale e dei danni arrecati all'utenza, vittima inconsapevole degli immensi disagi creatisi; ingente è anche il danno di immagine subito dal sistema turistico. Su tutto questo bisognerà avviare le dovute riflessioni. In ogni caso, e al netto di queste doverose considerazioni, la vicenda che ha visto protagonisti i circa 200 imprenditori consorziarti in GiS lascia scoperto il nervo dei trasporti in Sardegna. Un asset economico e strutturale fondamentale che nel passato ha creato disagi ben più gravi di quelli a cui stiamo assistendo in questi giorni. Uno su tutti la campagna mediatica sul "caro-traghetti" che ha allontanato migliaia di turisti dalla Sardegna. Senza nessuna vena polemica iRS vuole porre pubblicamente delle domande al fine di avviare una serena riflessione sul come trovare delle soluzioni percorribili, al fine di dotare l'Isola di un sistema di mobilità efficiente, competitivo e trasparente.

Perchè la Regione, pur essendo a conoscenza di ciò che stava per accadere non è interventuta anche solo per salvare l'immagine dell'Isola? Perché l’Assessore regionale ai Trasporti, il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti e la Capitaneria di Porto hanno permesso che la Anek Lines portasse nel Pireo la nave, prima ancora che si chiarissero le circostanze e le responsabilità reciproche? Non si poteva precettare la nave, costringerla a viaggiare per questioni di pubblica sicurezza, garantendo così il rientro dei possessori di regolare biglietto ed evitando che molti di questi comprassero nuovi ticket a prezzi altissimi? Chi ha avuto paura che il progetto funzionasse e che gli imprenditori da duecento potessere diventare nel giro di poco tempo molti di più?

iRS ritiene fondamentale che l'Isola eserciti piena sovranità sui trasporti aereo-marittimi, in modo da poter liberalizzare davvero il mercato oppure attuare una politica industriale pubblica in materia. Solo così si possono pianificare il marketing, i prezzi, il turismo, le esportazioni/importazioni: tutto in base alle reali esigenze della Sardegna, del suo sistema produttivo e di tutti quelli che hanno desiderio di venire a visitare la nostra splendida Isola. Iniziative come quelle di GoinSardinia sono sintomatiche di un problema che l'intero apparato produttivo sardo si trascina da decenni. Da parte del management di GiS sono stati compiuti sicuramente degli errori, ma non bisogna buttare il bambino con l'acqua sporca. E' necessario invece riflettere e porsi delle domande sul perchè sia nata la necessità che un gruppo di imprenditori, messi in ginocchio da un sistema di fatto oligopolista, abbiano creato una compagnia di navigazione nuova, incontrando mille intoppi a partire dalla costante difficoltà di accesso al credito. Il pericolo è che nel 2015 ci ritroveremo nuovamente con delle tariffe inaccessibili e ostaggi del ben noto meccanismo del sistema di trasporto marittimo.

*consigliere regionale di iRS
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18/4/2024
Mezzi trainati più vecchi di sei anni rispetto a media nazionale. Solo il 25% dei veicoli a temperatura controllata è immatricolato nelle classi 5 e 6. E la flotta di mezzi trainati ha un´età media di 22,6 anni, contro il dato nazionale che si attesta a 16,4 anni


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