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G.A. 25 luglio 2014
A Porto Torres “Nuovo cinema Italia”
Appuntamento con la rassegna cinematografica estiva curata dal cineclub La Camera Chiara. Lunedì 28 luglio alle 21.30 il film di Pif "La mafia uccide solo d´estate"


PORTO TORRES - Per il nono anno consecutivo il Cineclub La Camera Chiara organizza il cinema all’aperto a Porto Torres. Ancora una volta la rassegna si svolgerà in vicolo Turreni, presso la Basilica di San Gavino, dal 28 luglio al 7 agosto. La rassegna si intitola “Nuovo Cinema Italia” ed è realizzata grazie al contributo dell’Amministrazione Comunale. Quest’anno l’attenzione del cineclub cade sulla produzione di commedie cinematografiche da parte dei nuovi registi italiani. Saranno quattro serate all’insegna del divertimento e della riflessione su temi importanti, come la criminalità organizzata, la precarietà, l’universo femminile e il mondo della scuola affrontati tutti con leggerezza ed acume. L’inizio delle serate è fissato per le 21.30. Si debutta lunedì 28 luglio con il film rivelazione dell’ultima stagione “La mafia uccide solo d’estate” con la regia del noto personaggio televisivo Pif, interprete del film insieme a Cristina Capotondi.

Si proseguirà il giorno successivo martedì 29 luglio con “La gente che sta bene”, con uno sguardo ironico sulla nuova “Milano da bere”. Si riprende il martedì 5 agosto con una commedia tutta al femminile “Amiche da Morire”. La rassegna si chiude giovedì 7 con “Il rosso e il blu”, una commedia sul mondo della scuola. “La mafia uccide solo d’estate” racconta di Arturo che ha pochi anni e un segreto romantico che condivide con Rocco Chinnici, giudice e vicino di Flora, la bambina che gli ha incendiato il cuore. Nato a Palermo, Arturo è stato concepito il giorno in cui Totò Riina, Bernardo Provenzano, Calogero Bagarella e altri due uomini della famiglia Badalamenti, uccisero Michele Cavataio vestiti da militari della Guardia di Finanza. Da quel momento e da che si ricordi la sua vita, spesa a Palermo, è stata allacciata alla Mafia e segnata dai suoi efferati delitti. Cresciuto in una famiglia passiva, in una città 'muta' e tra cittadini incuranti dei crimini che abbattono i suoi eroi in guerra contro la Mafia, Arturo prova da solo a produrre un profilo e un senso a quegli uomini contro e gentili che gli offrono un iris alla ricotta (il commissario Boris Giuliano) o gli concedono un'intervista (il Generale Dalla Chiesa).

Nato in una regione incline al fatalismo come la Sicilia, Pif fa qualcosa di più che dimostrare la parabola discendente di Cosa Nostra, scegliendo come protagonista un ragazzino che coltiva sogni, speranze e illusioni e che imparerà a sottrarsi alle regole del gioco sentendosi e volendosi 'diverso' rispetto alla cultura diffusa di cui la criminalità organizzata è espressione. I padrini forti e arcaici visti sempre nella loro sacralità di potenti e cattivi vengono 'rovesciati' in una storia drammaturgicamente valida e capace di scendere dentro le cose.
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