Massimo Bo è incatenato da lunedì mattina all´ingresso del Tribunale di Sassari per protestare contro le difficoltà burocratiche e le ingiustizie legali che sarebbero alla base della chiusura del Caseificio della Nurra
SASSARI - Un imprenditore del settore caseario è incatenato da lunedì mattina all'ingresso del Tribunale di Sassari per protestare contro le difficoltà burocratiche e le ingiustizie legali che avrebbe subito, che sarebbero alla base della chiusura del Caseificio della Nurra. Il titolare dell'azienda Massimo Bo fa sapere che andrà avanti fino a quando «non riceverà le necessarie rassicurazioni e l'impegno che le autorità competenti si facciano carico del suo caso».
Secondo la versione del commerciante, alla base della complicata vicenda ci sarebbe l'irregolarità di un generatore di vapore su cui peserebbe «la falsa testimoniana» di un ispettore dell'Ispels che avrebbe scambiato le date per l'avvio del macchinario in questione. «Chiedo giustizia e la riapertura del caso in merito ai fatti così come sono realmente avvenuti» dice Massimo Bo a
SassariNews dagli scalini del Palazzo di Giustizia di via Roma dove è deciso a portare avanti la sua battaglia personale, restando incatenato senza cibo e acqua «fino a che non verranno presi i giusti provvedimenti».
Nella foto: Massimo Bo incatenato davanti al Tribunale di Sassari
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