M. P.
24 aprile 2014
Sono arrivate anche ai lavoratori della Vinyls di Porto Torres le lettere di licenziamento indirizzate ai 90 operai rimasti. Cade così l’ultima speranza di quei lavoratori che credevano in un accordo con Eni per salvare le maestranze
PORTO TORRES - Sono arrivate anche ai lavoratori della Vinyls di Porto Torres le lettere di licenziamento indirizzate ai 90 operai rimasti. Cade così l’ultima speranza di quei lavoratori che credevano in un accordo con Eni per salvare le maestranze. Cinque anni di lotta, manifestazioni, scioperi e occupazioni in cui si è urlato il problema al mondo. Un mondo sordo, quello della politica, con cui i lavoratori si sono confrontati senza ottenere risposte. Sei Ministri dello Sviluppo Economico che evidentemente non hanno battuto i pugni sul tavolo, per difendere il diritto al lavoro delle quasi cento persone rimaste, altre famiglie che perdono la speranza di un futuro in una città che smarrisce un progetto concreto di sviluppo industriale e dove i cittadini sono sempre più poveri.
Ultimo atto dunque di una vicenda, conclusasi tristemente, in cui i lavoratori si sono sentiti presi in giro da tante promesse non mantenute, fatte anche dalla stessa azienda: la Vinyls Italia, unico produttore nazionale di PVC, con tre stabilimenti dislocati a Porto Marghera, Ravenna e Porto Torres”. Anche a Venezia stesso epilogo, tutti licenziati dopo la cessione al Comune dei terreni dello stabilimento da parte di Eni. L’ex amministratore delegato di Eni Scaroni ha firmato con la Regione Veneto, il Comune di Venezia e i sindacati l’accordo di cessione delle aree ex industriali.
Prossimo obiettivo che ci si aspettava: chiudere anche a Porto Torres, promessa rispettata attraverso poche righe firmate dal curatore fallimentare Mauro Pizzigati, per comunicare il recesso del rapporto di lavoro «connesso alla cessazione dell’attività produttiva della società, all’assenza di prospettive atte a ricollocare il personale in altre realtà produttive stante l’assoluta mancanza di interesse da parte di terzi all’assorbimento del personale» - così si legge nella lettera. Una decisione che percuote il destino di 90 famiglie.
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