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Sassari NewsnotizieoristanoCronacaPorto › Oristano, è ancora al buio il Porto industriale: "Traffico in calo"
A.M. 17 aprile 2014
Oristano, è ancora al buio il Porto industriale: "Traffico in calo"
Per venirne a capo non sono bastati i tavoli tecnici e gli interventi di manutenzione che si sono susseguiti negli ultimi dieci anni


ORISTANO - L’ingresso del Porto industriale di Oristano è ancora al buio. Per il ripristino del segnalamento marittimo non si è trovata ancora soluzione e senza questi dispositivi luminosi è impossibile entrare e uscire dallo scalo in orario notturno, con conseguenti ricadute negative sugli operatori economici e sui traffici portuali. Una carenza che limita le potenzialità di questo porto accessibile solo di giorno e perciò parzialmente sfruttabile, nonostante sia stato riconosciuto uno scalo di rilevanza economica nazionale.

Lo ha rimarcato più volte il Consorzio Industriale invitando l’Autorità Marittima a dare massima priorità alla questione e a procedere all’acquisizione dei dispositivi luminosi che ora versano in stato di abbandono dopo l’ultimo intervento di manutenzione straordinaria, eseguito dallo stesso Consorzio ormai diversi anni fa. Oltre dieci anni di attese. Alla base della problematica c’è la mancata acquisizione degli impianti che costituiscono il segnalamento a mare da parte del Comando Zona Fari della Sardegna, presupposto indispensabile per poter gestire e manutenere l’impianto di segnalamento.

Per venirne a capo non sono bastati i tavoli tecnici e gli interventi di manutenzione, finalizzati al rifacimento dei dispositivi, che si sono susseguiti negli ultimi dieci anni. Dall’esito dell’ultimo incontro (gennaio 2012) è emerso come i segnalamenti luminosi della canaletta di accesso al Porto fossero notevolmente deteriorati e, per tale ragione, il Comando Zona Fari della Sardegna, – al quale nel 2002 il Cipor aveva chiesto, tramite la Capitaneria di Porto, di prendere a carico tutti i segnalamenti marittimi – ha rifiutato di risponderne se non dopo un ulteriore intervento di ripristino e adeguamento alle nuove normative nel frattempo intervenute. In questa occasione l’ufficio del Provveditorato Regionale per le Opere Pubbliche ha dato piena disponibilità ad inserire nel programma triennale del Lavori Pubblici l’intervento di ripristino delle 8 mede elastiche (segnalamenti luminosi), per una spesa complessiva di circa 600mila euro. Ma da quel momento non c’è stato più nessun riscontro.

L’appello del Cipor. “Si tratta di un impianto strettamente funzionale all’operatività del Porto”, ha sottolineato il presidente del Cipor, Claudio Atzori, in un sollecito inviato al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. “Non si conoscono motivazioni plausibili per la mancata acquisizione di tale impianto di segnalamento a mare dopo l’ultimo intervento di ripristino effettuato dal Consorzio”, ha scritto Atzori nella lettera. A rafforzare l’appello contenuto nella missiva di Atzori, aveva fatto eco, qualche mese dopo, quello del sindaco del capoluogo Guido Tendas, allora fresco di nomina tra i consiglieri del Cda dell’Ente consortile, che rimarcò i limiti legati alla gestione dello scalo con particolare riferimento proprio al mancato ripristino del segnalamento marittimo.

Un’esigenza che in primis riguarda le imprese insediate nel Porto di Oristano, le quali lamentano il notevole aggravio dei costi conseguente alla impossibilità di ingresso e uscita delle navi dallo scalo in orario notturno. Considerata anche la mancata inclusione, ad opera della Commissione Europea, dello scalo industriale di Oristano sia dalla Rete Centrale dei porti, sia da quella Globale, che limita fortemente l’accesso ai finanziamenti della Ue, vitali in questo momento per il miglioramento dell’infrastrutturazione e per la manutenzione del porto, «è quindi indispensabile», ribadisce il presidente del Consorzio Industriale, «un forte coinvolgimento delle forze istituzionali ed economiche del territorio per rivendicare la giusta attenzione verso le problematiche e le opportunità di sviluppo del Porto».

L’esame dei traffici. I limiti dell’operatività dello scalo non possono che condizionare l’incidenza dei traffici portuali che nel 2013 hanno confermato una riduzione dei flussi transitori (-3,01%) rispetto all’anno precedente, con una flessione sia delle merci movimentate, pari a 1.191.441 tonnellate (1.288.463 nel 2012), sia delle navi in transito (281 contro le 308 del 2012). A ciò si aggiunge la paralisi del comparto edile e dei settori che gravitano intorno ad esso, oltre alla crisi generale dell’economia che si ripercuote sui consumi e di conseguenza sul traffico delle merci in ingresso e in uscita nello scalo marittimo oristanese. I dati. Accanto a questa flessione fisiologica sul totale delle movimentazioni, che riguarda un po’ tutte le realtà portuali, si registra anche qualche incremento con riferimento ad alcune tipologie di prodotti.

Tra le merci importate che hanno mantenuto un andamento positivo nel 2013, secondo i dati forniti dalla Capitaneria di Porto di Oristano, spiccano i cereali (il mais, l’orzo e il grano, destinati al comparto agroalimentare e zootecnico), per i quali si è registrato un leggero incremento rispetto all’anno precedente (366.53 tonnellate sbarcate nel 2013 contro 354.699 nel 2012) e il bitume (17.317 tonnellate nel 2013 contro le 11.784 importate nel 2012). L’analisi delle movimentazioni. I movimenti nel porto di Oristano anche nel corso del 2013 sono stati caratterizzati dalla predominanza del traffico delle merci in ingresso; dai report emerge, infatti, la netta prevalenza delle merci sbarcate (730.718 tonnellate) su quelle imbarcate (460.723 tonnellate). Tuttavia, è da evidenziare che il trend delle merci imbarcate (in prevalenza minerali: bentonite, feldspato, perlite) è rimasto sostanzialmente costante nel corso degli ultimi anni, nonostante la congiuntura negativa che quindi ha impattato esclusivamente sull’import.
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