«Bene l’iniziativa della Marr, ma si faccia chiarezza sui prodotti sardi», ha dichiarato il presidente dell’Associazione Battista Cualbu
CAGLIARI - «Nessuna polemica. Solo chiarezza al 100percento». Questa la posizione di “Coldiretti Sardegna”, che appoggia pienamente qualsiasi iniziativa imprenditoriale che consenta di creare nuove economie in Sardegna, a patto che i prodotti siano veramente sardi, cioè provengano da una filiera che, dalla produzione alla trasformazione, sia totalmente sarda.
«Che senso avrebbe, infatti, vendere come sardo, un maialetto, ad esempio, nato e cresciuto all’estero e poi macellato in Sardegna? Dove starebbe la tipicità e la tradizione?», si chiede il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu. «Abbiamo lottato per anni per ottenere la certificazione di origine obbligatoria in etichetta, per promuovere con più efficacia le filiere locali e dare maggiore trasparenza al consumatore finale. Dietro il vero made in Sardegna ci sta la sfida verso la reale ripresa dell’Isola».
Coldiretti Sardegna chiede che, così come già fatto per gli agnelli “Igp” con l’accordo tra “Federalberghi”, Regione Autonoma della Sardegna e “Consorzio Igp”, anche sugli altri prodotti vi sia altrettanto trasparenza, soprattutto perché sono prodotti destinati ai turisti che vengono in Sardegna per la stagione balneare. Massimo rispetto per chi lavora nella trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli, ma altrettanto rispetto meritano coloro che con sacrificio si occupano della produzione primaria.
Nella foto: il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu
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