L´ultimo lavoro dello scrittore originario di Parabita lascia il segno, così come la sua penna che incide in italiano e in dialetto salentino
SASSARI - Cinque racconti. Storie che affondano le radici in una terra calpestata da uomini e donne le cui vicende si intersecano nell'ultimo romanzo di Giuseppe Cristaldi, "Macelleria Equitalia" (Lupo Editore). L'ultimo lavoro dello scrittore originario di Parabita lascia il segno, così come la sua penna che incide in italiano e in dialetto salentino. Debiti e dinamiche si incrociano in cinque corse che narrano le storie di operai, imprenditori, agricoltori, persone semplici che per non avere pagato le tasse devono fare i conti con le cartelle esattoriali di Equitalia. Un romanzo che attira il lettore in un panorama drammatico in cui si può percepire ogni aspetto sapientemente descritto all'interno di uno scenario popolare. "Macelleria Equitalia" apre le porte delle case, delle aziende lasciando ai personaggi la forza di rivelare la propria condizione umana. Un'analisi cruda, precisa che richiama l'attenzione su una crisi senza precedenti. Giuseppe Cristaldi, nato nel 1983 in provincia di Lecce, lo racconta nel suo romanzo introdotto da una nota di Michele Placido.
«In determinati contesti la maggior parte delle persone che incappano in questi vortici si convincono di avere torto perché un pignoramento viene interpretato come un fallimento e non come una pena comune. Questo è il problema» ha detto lo scrittore spiegando che «c'è differenza tra un evasore e una persona che per una serie di motivi non ha potuto pagare. Bisogna preoccuparsi di porre quanto più possibile in primo piano il paradosso, ovvero lo Stato che per essere Stato estromette l'individuo» ha continuato Cristaldi che nel romanzo ha voluto riprodurre «una letteratura d'azione sottraendomi come autore. Ho cercato di prestare fede a una volontà primaria, quella di strutturare una letteratura di servizio. Già la memoria è un servizio alla storia, la letteratura anche e lo deve essere sopratutto in questi frangenti e chiari di luna».
Una letteratura di servizio e un impegno civile che sono emersi anche dai lavori precedenti: “Storia di un metronomo capovolto” (Libellula edizioni - 2007) con nota di Franco Battiato, “Un rumore di gabbiani. Orazione per i martiri dei petrolchimici” (Besa Editrice - 2008) con un cameo filmico di Franco Battiato e prefazione di Caparezza, “Belli di Papillon verso il sacrificio” (Edizioni Besa - Controluce 2010) con nota di Teresa De Sio e “Nefrhotel Mi hanno venduto un rene” (Corvino Meda Editore - 2011). «Vorrei che il romanzo fosse una scusa per incontrarsi e creare un contenitore di storie, che interconnettesse tutti questi microuniversi che diversamente hanno un epilogo tragico proprio perché non c'è un confronto» ha continuato Cristaldi, vincitore del premio Kallistos nel 2009 e primo premio al concorso nazionale di drammaturgia contemporanea Under 30 di Roma nel 2012. Oggi lo scrittore vive in Sardegna, terra fonte di ispirazione: «C'è un'autonomia culturale di avanguardia in un contesto che pretende autonomia. Ho visto l'isola nell'isola, un collettivo di persone che può fare a meno del resto proprio per consistenza e per le sue radici».
Foto Gianfranco Pisoni
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