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Red 29 gennaio 2019
Decreto Sicurezza: la Regione presenta ricorso
«Il Governo infrange la Costituzione e l´autonomia sarda. Decisione assunta in stretto raccordo con altre Regioni italiane», spiegano il governatore dell´Isola Francesco Pigliaru e l´assessore regionale degli Affari generali Filippo Spanu


CAGLIARI - La Regione autonoma della Sardegna presenta ricorso alla Corte costituzionale contro il Decreto Sicurezza. Lo ha deciso oggi (martedì) la Giunta regionale approvando una delibera proposta dalla Presidenza in cui si contesta la violazione di importanti precetti costituzionali e dello Statuto della Sardegna, rilevando al contempo la violazione di diritti dei cittadini, costituzionalmente riconosciuti.

«In stretto coordinamento con altre regioni italiane, rafforzati dal nostro Statuto di Autonomia - dichiara il governatore dell'Isola Francesco Pigliaru - abbiamo scelto la strada del ricorso. Il Decreto Sicurezza nasce da presupposti errati e sta danneggiando seriamente un sistema di accoglienza dei richiedenti asilo faticosamente costruito in questi anni grazie alla proficua sinergia di Regione, Comuni e Prefetture. Restiamo dell’idea che sia possibile attuare un processo di inclusione e integrazione in modo equilibrato e in un quadro di regole che non sono certamente quelle imposte con il recente decreto». L’assessore regionale degli Affari generali Filippo Spanu, con delega ai flussi migratori, ribadisce che «la Sardegna sin dall’inizio si sta muovendo in raccordo con altre Regioni, Umbria, Toscana e Piemonte in primis, perché siamo convinti che il decreto poi diventato legge genera insicurezza e crea gravi problemi ai Comuni chiamati a gestire le conseguenze provocate dalla sua applicazione. La decisione di oggi è in piena sintonia con i principi umanitari di accoglienza e solidarietà che la Sardegna ha sempre messo in pratica». Infine, Spanu ricorda che «con il ricorso viene data una veste nuova e più solida alle tante critiche arrivate dai sindaci, perché la ribellione a una legge ingiusta passa prima di tutto per gli strumenti costituzionali. È quindi assolutamente improprio parlare di illegalità delle proteste, ma nel ricorso si trovano le risposte alle gravi preoccupazioni esposte dai primi cittadini, delle quali la Regione si fa completamente carico».

Secondo il ricordo, la violazione della Costituzione parte, in primo luogo, dall'art.28, che concerne attribuzioni di diretta spettanza regionale, poiché l'ordinamento degli enti locali è materia di competenza regionale esclusiva per la Regione. Infatti, il Decreto prevede poteri straordinari in capo al prefetto, per il commissariamento degli Enti locali, violando, quindi gravemente l'Autonomia regionale sarda. Inoltre, tali poteri risultano avulsi dal contesto dello stesso Decreto Sicurezza, e generici nelle motivazioni. Il ricorso evidenzia anche la grave lesione dei diritti di autonomia, nello stabilire norme che, riformando i criteri della protezione umanitaria e delle conseguenti tutele legate all'assistenza, all'integrazione ed al riconoscimento anagrafico, violano gravemente diritti costituzionalmente garantiti dei cittadini stranieri, incidendo impropriamente nella normativa regionale legata in particolare all'assistenza, all'istruzione, al lavoro. Nello specifico, benché la Costituzione, ricomprenda la materia “immigrazione” e la materia “ordine pubblico e sicurezza” tra quelle assegnate alla competenza esclusiva dello Stato, la stessa Costituzione riconosce esplicitamente l'esistenza di un profondo legame fra queste materie e quelle di competenza concorrente, affidate (anche) alla cura delle Regioni, dove recita: «La legge statale disciplina forme di coordinamento fra Stato e Regioni nelle materie di cui alle lettere b) e h) del secondo comma dell'articolo 117 […]». Ciò equivale a dare atto dell'intreccio di competenze fra queste due materie e quelle di competenza regionale. Nel caso della Regione Sardegna, sono coinvolte le competenze statutarie sia di tipo esclusivo (“polizia locale urbana e rurale”), sia concorrente; competenze che, concretamente, la Regione ha esercitato.

Nella foto: il presidente regionale Francesco Pigliaru
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