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Red 15 gennaio 2019
«Energia, la Sardegna pretende risposte»
Il presidente della Regione autonoma della Sardegna Francesco Pigliaru conferma la forte preoccupazione sul fronte metano, in attesa di una risposta dal ministro Luigi Di Maio


CAGLIARI - «Come si pensa di assicurare entro il 2025 il fabbisogno energetico, termico ed elettrico, della Sardegna? Ho posto questa domanda sin dal primo momento in cui è stato chiaro che il Governo attuale si sarebbe discostato dalla strada che avevamo faticosamente tracciato con quello precedente. In questi giorni l’hanno avanzata anche le forze sociali ed economiche direttamente al ministro Di Maio. Oggi la pongo di nuovo, perché nessuno ha ancora risposto». Il presidente della Regione autonoma della Sardegna Francesco Pigliaru conferma la forte preoccupazione sul fronte metano, «preoccupazione che non è solo delle Istituzioni regionali, ma di tutta la Sardegna. Lo provano gli interventi che si sono susseguiti da parte delle principali organizzazioni di rappresentanza dei lavoratori e dell’industria, di associazioni ambientaliste, di tecnici e di rappresentanti delle diverse forze politiche. Se da un lato emerge chiaramente che l’abbandono del carbone come fonte da cui trarre energia termoelettrica è un obiettivo condiviso e da raggiungere in tempi brevi, possibilmente non oltre la fine del 2025 - prosegue Pigliaru - è altrettanto chiaro a tutti che ciò non può avvenire mettendo in pericolo la sicurezza del sistema energetico regionale e la sua capacità di rispondere adeguatamente ai fabbisogni di cittadini e imprese senza generare costi aggiuntivi».

«Allo stesso modo, siamo tutti consapevoli che la condizione di insularità crea svantaggi importanti dal punto di vista energetico, e quindi consapevoli della necessità di dover contare su più fonti per rispondere adeguatamente alla richiesta. La decarbonizzazione entro il 2025 - chiarisce il presidente - implica obbligatoriamente che altre fonti energetiche, meno inquinanti e possibilmente più efficienti vadano a sostituire il carbone. Perché questo sia possibile servono la pianificazione e la realizzazione di nuove infrastrutture, sostenendo investimenti prolungati nel tempo e che vanno ben al di là del limite temporale del 2025. Nel Piano energetico e ambientale della Regione Sardegna il percorso è chiaramente delineato. Mentre abbiamo promosso con forza lo sviluppo equilibrato nel tempo e sostenibile delle rinnovabili, la realizzazione di smart e micro grid, interventi di efficientamento energetico in ambito pubblico, la mobilità elettrica e i distretti energetici, destinando ad essi rilevanti risorse nazionali, regionali e comunitarie, abbiamo posto le basi per sostituire una parte della produzione termoelettrica da carbone con quella derivante dal Gas naturale», spiega Francesco Pigliaru ripercorrendo le azioni portate avanti dalla Giunta.

Il governatore dell'Isola ricorda che la forma di approvvigionamento scelta era quella del Gnl, attraverso un’infrastruttura di depositi e rigassificatori, con una rete di distribuzione capace di collegare tra loro queste facilities con i trentotto bacini che si erano costruiti o erano in corso di realizzazione. Opportuni interventi regolatori avrebbero consentito di fornire il sistema di una fonte energetica, il metano, attualmente non presente in Sardegna, in grado di favorire una transizione energetica ambientalmente più sostenibile e meno onerosa. Questo sistema, unito agli altri investimenti previsti all’interno della Strategia energetica nazionale sulla rete elettrica, sarebbe stato in grado di accompagnare adeguatamente l’abbandono del carbone.

«Oggi invece - incalza Pigliaru - un decreto direttoriale del Ministero dell’Ambiente, un atto amministrativo di dubbia legittimità, avvia di fatto il procedimento di phasing out dal carbone senza che la Regione sia stata in alcun modo coinvolta e si sia verificato se questo possa avvenire senza rischi per il sistema energetico regionale. E purtroppo il Piano energia e clima appena pubblicato dal Governo conferma per noi gli scenari più temuti. Quindi cosa si intende fare? La Sardegna pretende risposte, pretende che non siano messi a rischio ne i piani di investimento pronti ad attivarsi e sui quali ci siamo impegnati con determinazione, ne tantomeno gli attuali posti di lavoro, che si misurano in migliaia. E intanto. il prossimo 21 gennaio avremo la conferenza di servizi per Eurallumina, dove il problema della fornitura di energia termica ed elettrica costituisce un aspetto fondamentale del piano industriale. Già in quella sede ci aspettiamo che i rappresentanti di Mise, Mattm ed Enel sappiano chiarire quali sono le conseguenze dell’uscita dal carbone e quali sono gli interventi previsti per accompagnare questa transizione nel caso specifico. Senza assicurazioni politiche e tecniche su questo fronte - conclude il presidente Pigliaru - appare evidente che si pone un grave problema per l’economia regionale e per chi sarà chiamato a governare questa Regione nell’ormai prossimo futuro».

Nella foto: il presidente regionale Francesco Pigliaru
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