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20 novembre 2018
Due o quattro corsie non cambia
Dalla marea gialla passando per il trasporto aereo e la viabilità. Burocrazia opprimente e folle ideologia, un mix letale. Un principio che si ripercuote sull’economia generale e che attribuisce una pesante responsabilità al sistema burocratico, che continua ad avere il potere assoluto sullo sviluppo, come in questo caso, del nostro territorio


Esiste un principio comune che unisce i problemi del Nord Ovest della Sardegna: da quello relativo alla marea gialla, a quelli del trasporto aereo e marittimo sino alla vicenda delle quattro corsie da ridurre a due. Un principio che si ripercuote sull’economia generale e che attribuisce una pesante responsabilità al sistema burocratico, che continua ad avere il potere assoluto sullo sviluppo, come in questo caso, del nostro territorio. Si tratta del potere dello Stato gestito dalle innumerevoli ramificazioni delle competenze, materializzate negli uffici deputati a esprimere pareri molte volte disconnessi anche con lo stato dei luoghi, cioè di quegli uffici impermeabili a qualsiasi ragionamento e soprattutto al buon senso. Capita spesso che se un funzionario la pretende bianca l’altro la vuole nera e così all’infinito, tanto che durante un processo decisionale, che può durare anche anni come per la nostra quattro corsie, cambiano anche le Leggi e con esse anche i superfunzionari che vanno in pensione, magari con mega premi di fine rapporto, grazie agli ottimi risultati raggiunti.

Risultati come quelli incomprensibili emersi nell’ultima riunione al Ministero per discutere sulla strada Sassari Alghero. E’ difficile comprendere il fatto che gli stessi organi che hanno approvato, fatto costruire e aprire al traffico i primi ventitre chilometri della quattro corsie, hanno comunicato, che gli ultimi quattro chilometri non avranno più quattro ma due corsie. Una oscenità tecnica al pari del traforo del Brennero, inaugurato virtualmente l’altro giorno in un frastuono di risate e di non avevo capito. Basta invece avere la patente di guida per rendersi conto della stupidaggine di voler sopprimere due corsie di una strada progettata e approvata per quattro. Nel passaggio da quattro a due corsie le distanze dei veicoli si dimezzano e la sicurezza, proprio per la quale è stata progettata, finanziata e costruita, viene di colpo annullata. Non è difficile comprendere che una strada in parte a quattro corsie e in parte a due corsie ha una capacità di traffico sempre di due corsie, così come se si unisce una grossa corda ad un sottile spago, la resistenza totale è quella dello spago. Questo perché i veicoli che percorrono le due corsie si incolonnano sul tratto finale rendendo vana oltre che la sicurezza anche le giustificazione stessa per la sua costruzione.

E’ evidente che la costruzione di una nuova strada si giustifica solo per l’inadeguatezza della viabilità esistente altrimenti sono solo ed esclusivamente danni erariali. Costruire una strada inutile e pericolosa è infatti un danno erariale. L’abitudine all’assenza del buon senso e al non rispetto delle Leggi in nome di interpretazioni discrezionali, di angherie burocratiche, unita alla crescente impunità di coloro che prendono le decisioni sbagliate con danno alla collettività, è diventata consuetudine oramai con danni quasi irrecuperabili. L’atmosfera che si respira fa capire l’arroganza della burocrazia e la conseguente rassegnazione dei cittadini che non hanno più la possibilità di gestire il territorio in cui vivono. Se si vuole spaziare nel merito possiamo così citare la marea gialla, i trasporti aerei e marittimi in continuità territoriale che sommati alla nuova quattro corsie dimezzata fanno capire dove sta lo Stato. Il rammarico è che la battaglia viene sempre considerata di parte, come se l’obbligo di un Sindaco sia solo ed esclusivamente elettorale, contrariamente invece alle responsabilità oggettive e soggettive che ha sulle spalle, responsabilità che lo obbligano ad assumere comportamenti rispettosi del proprio mandato e volti alla tutela dei cittadini tutti e non del solo partito di appartenenza, così come ha fatto l’attuale Sindaco predisponendo un presidio di protesta permanente per gli interessi del territorio.


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