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Red 8 giugno 2018
Agricoltura di precisione: Pigliaru a Bonassai
Il presidente della Regione autonoma della Sardegna, con l´assessore regionale dell´Agricoltura Pier Luigi Caria, ha partecipato ai lavori sulla riduzione dei costi di produzione per le aziende, l´incremento produttivo e la sostenibilità ambientale


ALGHERO - Cambiare abitudini consolidate nei decenni o nei secoli non è mai facile, ancor di più se lo si deve fare su modelli produttivi che fino a ieri hanno generato ricavi che si sono tuttavia ridotti notevolmente stagione dopo stagione. La rivoluzione che sta soffiando da alcuni anni sull’intero mondo delle campagne si chiama “Agricoltura di precisione”. Si tratta di quell’insieme di metodi e tecnologie innovative che, favorendo la riduzione dei costi di produzione, riescono al contempo a garantire un incremento degli utili per le imprese ed una maggior sostenibilità ambientale. Chi non riesce a stare all’interno di questo nuovo modo di fare agricoltura rischia, nel lungo periodo, di perdere la dinamicità necessaria per confrontarsi alla pari con i competitor e quindi di ridimensionare il proprio posizionamento sul mercato. L’unica via per accrescere la redditività dell’attività agricola è quella di contenere i costi di produzione ed operare quindi per un minore e più efficiente utilizzo degli input produttivi (acqua, fertilizzanti, agro-farmaci, carburante, ore di lavoro, ecc.) per unità di prodotto e, contestualmente, accrescere le quantità prodotte e quindi le rese colturali per unità di superfici.

Di tutti questi temi si è discusso oggi (venerdì), nella sala congressi del compendio dell’Agenzia Agris Sardegna di Bonassai, durante la lunga tavola rotonda dal titolo: “Agricoltura conservativa e Agricoltura di precisione–Stato dell’arte, opportunità e prospettive”. Ai lavori, hanno partecipato il presidente della Regione autonoma della Sardegna Francesco Pigliaru, l’assessore regionale dell’Agricoltura, Pier Luigi Caria, i direttori generali di Assessorato ed Agris Sebastiano Piredda e Roberto Zurru. E poi, tecnici dell’Agenzia Laore Sardegna, studiosi di centri di ricerca sardi e della Penisola, rappresentanti di imprese agricole che già adottano tecniche di agricoltura di precisione e conservativa, così come rappresentanti di aziende che operano con metodi tradizionali. A completare la platea dei partecipanti e dei relatori le associazioni e le organizzazioni di produttori, piuttosto che il mondo delle trasformazione e della distribuzione. Infatti, l’Agricoltura conservativa e quella di precisione generano benefici innanzitutto al produttore primario, ma anche al resto della filiera fino a toccare il consumatore che acquista cibo di qualità a prezzi vantaggiosi.

«Giornate come questa hanno un grande valore, perché ascolto e confronto sono fondamentali per recuperare insieme il tanto tempo che si è perduto in passato e, insieme decidere quali sono, in concreto, le azioni migliori da fare - ha dichiarato Pigliaru - Sappiamo bene che la tecnologia è la migliore alleata che possiamo avere in questo momento e che ci offre opportunità importanti per migliorare la qualità delle produzioni e nello stesso tempo aumentare la produttività e abbassare i costi. Dobbiamo però individuare ogni giorno di più gli strumenti prima per convincere le nostre aziende ad investire in innovazione e poi per sostenerle nell'utilizzo pratico, tenendo presente che è un processo non semplice da attivare in un sistema tradizionale, anche perché come tutte le cose nuove ha maggiori margini di incertezza, e ovviamente è più naturale per i giovani. Noi abbiamo investito su questo fronte ma non abbastanza, e ascoltare le esperienze di chi sta già seguendo questo percorso ci aiuta a capire come intensificare e velocizzare questa azione, dalla formazione all'assistenza tecnica, dagli incentivi ai progetti di filiera fino all'internazionalizzazione, privilegiando sempre l'approccio cooperativo, il lavorare uniti, in un gioco di squadra in cui chi è più bravo, chi è più avanti, aiuti i più piccoli a crescere – ha concluso il governatore dell'Isola – consapevole che questo significa crescere tutti e far crescere la Sardegna».

«Agricoltura di precisione vuol dire mettere in campo tutti i fattori innovativi, sia tecnico-meccanici e sia di buone pratiche colturali, che possano ridurre i costi di produzione. L’ottimizzazione delle spese su acqua e prodotti fitosanitari, energia e carburanti, ore lavoro proprie o di dipendenti, sementi e usura dei macchinari può aggiungere di fatto una nuova voce, tutta in positivo, nel bilancio annuale dell’imprenditore agricolo». Così Caria, che ha aggiunto: «Oggi siamo qui a Bonassai proprio per conoscere cose nuove e per mettere soprattutto a confronto chi già applica questi metodi e chi invece ancora non ci crede. Sul piano finanziario stiamo coprendo tutte le domande di aiuto ammissibili sul bando da 5milioni di euro della “Precision farming”. Sui Progetti integrati di filiera, invece – ha concluso l’esponente delle Giunta regionale – partiremo il prossimo 15 giugno con l’apertura dei bandi su cui abbiamo investito 55milioni di euro». Zurru ha fatto il punto sullo stato dell’arte dell’agricoltura conservativa e di precisione in Sardegna, analizzando poi le maggiori resistenze che ostacolano la diffusione dell’innovazione nel comparto isolano. È toccato quindi a Lorenzo Furlan di Veneto Agricoltura, l’Agenzia regionale veneta per l'innovazione nel settore primario, descrivere il progetto europeo Life+Agricare, partito nel 2014 con l’obiettivo di ridurre le emissioni di gas nell’aria, di proteggere il suolo e garantire vantaggi alle aziende attraverso l’uso di avanzate tecniche di coltivazione di precisione su diversi tipi di agricoltura conservativa. Inoltr, erano presenti a tutte le attività della tavola rotonda il presidente della Commissione Attività produttive del Consiglio regionale Luigi Lotto ed il consigliere di maggioranza Valerio Meloni.

Nella foto: un momento dell'incontro
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