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Marco Di Gangi 7 marzo 2018
L'opinione di Marco Di Gangi
Nel Paese esplode la voglia di cambiamento


Per quanto la nostra Democrazia non funzioni sempre nel migliore dei modi, e evidenzi di tanto in tanto la sua imperfezione, oggi si deve incontestabilmente prendere atto che i risultati di una delle sue manifestazioni più importanti, il libero voto dei cittadini, hanno determinato un profondo cambiamento nello scenario politico italiano. Le ragioni di tale radicale cambiamento saranno oggetto di approfondite analisi politiche e sociologiche, ma oggi, con una prima, magari anche superficiale lettura, emergono alcuni elementi incontestabili: l’affermazione del M5S, il partito più votato, la sonora sconfitta del Pd e la dissoluzione della Sinistra italiana e, infine, l’affermazione della coalizione di Centrodestra, la prima in Italia, che al suo interno vede assurgere al ruolo di primo partito la Lega. Questi risultati elettorali, non sono esclusivamente e semplicemente classificabili come il risultato di un “voto di protesta” che pure punisce in particolare i partiti di Governo, e quelli che anche nel recente passato li hanno fiancheggiati, rei di non aver saputo affrontare e gestire efficacemente i temi caldi della politica nazionale: lavoro, sicurezza economica e sociale, immigrazione, giusto per citarne solo alcuni.

A livello regionale e locale, soprattutto nel sud e nelle isole, Sardegna inclusa, si aggiungono i problemi generati da una politica sempre più distante dai veri bisogni dei cittadini e incapace di invertire una tendenza negativa che genera e inasprisce il risentimento dell’elettorato che reagisce o con l’astensionismo o premiando quei partiti che hanno saputo interpretare e convogliare questo disagio. Il declino di molti dei partiti della Seconda Repubblica, per capirci quella iniziata nei primi Anni Novanta e finita il 4 marzo 2018, nasce dal sentimento di forte disagio manifestato da parte di molti settori ed aree geografiche del Paese. C'è una voglia di nuovo e di cambiamento diffuso, in conflitto rispetto a un sistema dei partiti che è considerato “vecchio”, tendenza questa che si pone in termini decisamente alternativi rispetto a forze politiche troppo spesso arroccate sull’autoconservazione e sulla difesa di privilegi. Appare una dimensione della politica aggrappata alla conservazione dell'esistente, in forte difficoltà di fronte alle profonde trasformazioni in atto e si manifesta, al contrario, una reazione della collettività che vive, soprattutto in alcune aree del Paese, un profondo disagio causato da un declino generale e da una povertà crescente e da una politica di bassa qualità, spesso senza passione e senza progetto. La rottamazione dei rottamatori è uno dei suoi aspetti.

A breve, i partiti che hanno vinto le elezioni dovranno affrontare la prima prova, forse una delle più difficili: quella di riuscire a trovare i numeri per dare vita a un Governo che consenta la realizzazione dei programmi proposti e non duri pochi mesi. Gli impegni assunti, le promesse fatte agli italiani attendono risposte e se quelli che oggi si propongono all’insegna del cambiamento non saranno in grado di darle efficacemente e in tempi rapidi finiranno anch’essi tra i prossimi rottamati. D’altro lato, chi ha perso dovrebbe riflettere seriamente sulle ragioni della sconfitta e agire per rimuoverle. Le elezioni regionali e comunali del prossimo anno costituiranno una sfida altrettanto importante, perché consentiranno ai sardi e agli algheresi di scegliere tra modelli diversi di sviluppo e differenti modi di amministrare. La costruzione di un serio e concreto progetto da sottoporre alla collettività è il principale impegno verso il quale ci stiamo adoperando per consentire loro di poter fare scelte consapevoli e alternative rispetto a quelle che fecero a suo tempo, i cui nefasti effetti sono tangibili e pesano su tutti noi.

Un’ultima riflessione che nasce da una recente nota dei consiglieri pentastellati algheresi. Chi vince, prima di inveire contro i propri avversari dovrebbe tenere a mente che la Democrazia è anche alternanza: chi vince governa, chi perde deve fare opposizione. Definire marci tutti i partiti avversari che comunque vengono votati da milioni di elettori equivale a definire “rincoglioniti”, a svillaneggiare quegli elettori, mancando così loro non solo di rispetto, ma soprattutto dimostrando di aver bisogno di qualche lezione di Democrazia e di buona educazione. La dignità e il fair play evidentemente non appartengono neanche a molti di quelli che si professano “nuovi e puliti”. Infine, un augurio e un in bocca al lupo a tutti i neoparlamentari eletti in Sardegna e in particolare alla nostra concittadina Paola Deiana, scelta per far parte della Camera dei Deputati: fatevi onore e rappresentate degnamente e onorevolmente le istanze della nostra terra e della nostra città.

* presidente di Azione Alghero e vicecoordinatore regionale di Energie per l’Italia
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