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Red 20 gennaio 2018
Sla: progetto Uniss vince la Call for projects 2017
Il progetto di ricerca dell´Università degli studi di Sassari ha vinto il finanziamento nell´ambito della manifestazione organizzata dalla Fondazione AriSla. Il ruolo del Retrovirus Herv-K nella Sclerosi laterale amiotrofica


SASSARI - C'è anche un progetto sviluppato dall'Università degli studi di Sassari tra i sei selezionati da AriSla, sui 143 presentati a livello nazionale, per l'attribuzione di un finanziamento, nell'ambito della “Call for projects 2017”. La Fondazione italiana di ricerca per la Sla ha annunciato i progetti vincitori, tra i quali figura Irkals, “Studio su Retrovirus endogeni umani per valutarne il coinvolgimento nella Sla e l’utilità come biomarcatori”. Il progetto Irkals, “Immune response against Herv-K in Als patients”, è coordinato da Leonardo Sechi, del Dipartimento di Scienze biomediche dell'Università di Sassari. Del gruppo di ricerca, inoltre, fanno parte Giampietro Sechi, Giannina Arru e Giuseppe Mameli.

I Retrovirus endogeni umani sono residui di infezioni retrovirali, che si sono verificate negli antenati e sono stati incorporati nel dna degli antenati in un periodo che va dai 70 ai 30milioni di anni fa, rappresentando oggi circa l'8percento del genoma umano. Recenti ricerche hanno messo in evidenza l'espressione di quantità elevate del retrovirus Herv K ed anticorpi contro il retrovirus stesso, nel sangue e nel fluido spinale di una parte dei pazienti affetti da Sla. In questo progetto, si indagherà il coinvolgimento di Herv-K nella Sla, in particolare sarà verificato se l'espressione delle sequenze Herv sia correlata alla gravità della malattia e se i livelli delle sequenze trascritte di Herv K e la risposta immunitaria contro il retrovirus nel sangue o nel fluido spinale possano essere utili come biomarcatori per monitorare la progressione della malattia e la risposta alla terapia.

Obiettivo del progetto sarà quello di esaminare l'espressione di Herv K e la risposta immunitaria umorale e cellulare nei confronti degli antigeni di Herv-K, nel siero e nel liquor dei pazienti Sla e confrontarli con la risposta ottenuta in altri pazienti neurologici (Sclerosi multipla, Progressive cognitive decline) e nelle persone sane dove il retrovirus è usualmente dormiente. «Abbiamo notato che nei pazienti affetti da Sla c'è una spiccata risposta immunitaria nei confronti di questo retrovirus, perciò indagheremo per verificare in che modo l'espressione di Herv-K e la risposta immunitaria contro le proteine espresse possano contribuire alla degenerazione neuromotoria», spiega il coordinatore scientifico Sechi. Il progetto durerà dodici mesi, per un valore complessivo di 57mila euro, e sarà sostenuto anche dall’Associazione Viva la vita onlus.
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