Uranio impoverito, militari in sciopero della fame a Montecitorio. In prima fila anche l´algherese Tore Garau: chiedono che la competenza sulle malattie non passi all’Inail
ROMA - Da sei giorni davanti a Montecitorio chiedono di non approvare un emendamento che trasferirebbe sotto la gestione dell'Ente Nazionale degli Infortuni del Lavoro anche le problematiche di salute che riguardano il Comparto Difesa. «In silenzioso sciopero della fame per essere ascoltati»: questo il semplice cartello appeso al collo, con la determinazione di far valere i propri diritti.
Si tratta di malattie causate dall’amianto, che ha colpito centinaia di marinai sulle navi della Marina Militare italiana, aviatori, soldati, carabinieri. Ma anche degli effetti del contatto con l’uranio impoverito soprattutto da parte dei militari impegnati in missioni all’estero.
Il motivo del contendere è semplice e chiaro. Gian Piero Scanu, presidente della Commissione d’inchiesta sull’esposizione all’amianto, all’uranio impoverito e al gas radon dei militari, ha presentato un emendamento alla Legge di Bilancio 2018 in cui si modificano le norme per l’infortunio sul lavoro delle forze armate e forze dell’ordine. L’accertamento della sussistenza del nesso di causalità tra l’attività lavorativa e l’infortunio sul lavoro passerebbe dalla medicina medico-legale militare all’Inail.
Un fatto questo che mette in allarme i militari colpiti da mesoteliomi e malattie causate dall’amianto in quando la posizione dell’Inail in materia è decisamente restrittiva. Per i politici e il fatto non comporterebbe la perdita dei benefici. Di tutt'altro avviso gli ex militari che contestano totalmente la scelta reputandola pericolosa e dannosa.
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