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P.P. 17 ottobre 2017
«ResPublica diffamata da Forza Italia»
Polemiche ad Alghero. «I signori consiglieri chiedano scusa e rettifichino quanto detto. Che questa sia l’ultima volta che persone libere siano utilizzate come strumento da campagna elettorale»


ALGHERO - E' bufera tra Forza Italia e ResPublica ad Alghero. Dopo il maxi-esposto datato 2015 [LEGGI] si è passati alle pubbliche denunce. Così i consiglieri di Forza Italia, Camerada, Pais e Pirisi, insieme al leader in Regione, Marco Tedde, hanno - con continuità - attaccato in più occasioni il progetto ResPubblica e l'attuale distretto della creatività. Fino agli scorsi giorni quando, attraverso l'ennesima nota stampa, si sono scagliati sulle attività di autofinanziamento portate avanti nell'ex Caserma di via Simon (in particolare contro gli aperitivi del venerdì), parlando di «presa per i fondelli». I tre consiglieri parlavano di atteggiamento «indegno, vergognoso e ignobile» di chi professa «libertà, uguaglianza e fraternità» e poi si comporta «in maniera opposta». La risposta di ResPublica è velenosa e tagliante. Ecco la nota integrale.

Da tre anni alcuni consiglieri comunali perdono il controllo quando si affronta il tema dell’ex Caserma dei carabinieri di via Simon. Per tre anni l’assemblea di ResPublica ha deciso di non rispondere per non cadere in sterili quanto inutili provocazioni e per scansare strumentalizzazioni politiche. ResPublica, infatti, rivendica la più totale autonomia e distanza da qualsiasi partito cittadino. Letta, purtroppo, l’ultima esternazione diffamatoria di Michele Pais - Nunzio Camerada e Maurizio Pirisi preme fare alcune considerazioni per ristabilire la verità essendo, per noi, prioritario che la cittadinanza conosca la realtà dei fatti.
Il 16 Maggio si sottoscriveva un contratto di affidamento e gestione dei locali dell’ex caserma dei carabinieri, che prevede alcuni obblighi: pagamento di un canone attraverso attività sociali e culturali gratuite per un valore pari ad euro 187 mila annui; pagamento degli interventi di manutenzione ordinaria, pagamento di ogni utenza, pagamento assicurazione contro i danni, pagamento corsi di formazione e certificati richiesti dalla normativa sulla sicurezza. Tra i nostri principi c’è l’autofinanziamento ovvero a garanzia dei principi di autonomia e autogestione le associazioni non si avvalgono di patrocini o finanziamenti comunali o di altri enti e fondazioni. Per svolgere attività ed eventi nell’ambito del progetto ResPublica si organizzano, quindi, giornate di autofinanziamento ad offerta libera e consapevole.
Vogliamo capire se i tre consiglieri comunali si siano cimentati nella lettura del progetto e del contratto di affidamento; parrebbe di no. O sono confusi e distratti o mentono sapendo di mentire: facessero il lavoro per cui sono pagati da noi; impegnassero le loro energie a risolvere i problemi reali della città. Ma il coraggio non manca, ciò va loro riconosciuto. Hanno denunciato pubblicamente un illecito, seguendo la spinta emotiva dei social senza prima verificare, magari attraverso l’intervento preventivo della polizia locale, una reale violazione. Polizia locale che successivamente è intervenuta verificando la totale regolarità dell’iniziativa. ResPublica non rappresenta un costo per la collettività, anzi. Il progetto, in città, è l’unico che garantisce la libera fruizione di un immobile pubblico come se fosse una piazza, aperto a tutti e per tutti. Siamo agli antipodi rispetto a certi modelli. Noi difendiamo il patrimonio pubblico dalla logica del profitto e dalla speculazione. Alle accuse di “uso privato di spazi pubblici” rispondiamo che in Via Simon non sorgerà mai un Albergo a cinque stelle.
Speriamo di aver fatto cosa gradita nel descrivere cosa intendiamo per autofinanziamento e perché lo facciamo. Ristabilita la verità dei fatti, i signori consiglieri chiedano scusa e rettifichino quanto detto. Che questa sia l’ultima volta che persone libere siano utilizzate come strumento da campagna elettorale.


Foto d'archivio
Commenti
17/3/2024
Le nuove consigliere regionali sono ancora in netta minoranza rispetto agli uomini. In Abruzzo e Sardegna sono state pochissime le donne elette


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