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M.P. 16 ottobre 2017
«Un Piano di gestione per l’area archeologica»
Il segretario cittadino del Partito democratico Gian Mirko Luiu afferma che «da tempo è stata evidenziata la necessità di formalizzare un Piano di Gestione pluriennale tra tutti gli enti interessati, che finalmente consentirebbe al Comune di Porto Torres la reale gestione dell’area archeologica»


PORTO TORRES - Il segretario cittadino del Partito democratico Gian Mirko Luiu afferma che «da tempo è stata evidenziata la necessità di formalizzare un Piano di Gestione pluriennale tra tutti gli enti interessati, che finalmente consentirebbe al Comune di Porto Torres la reale gestione dell’area archeologica, aprendo alla possibilità di accedere a finanziamenti pubblici e sponsorizzazioni private, nazionali ed europei, consentendo una maggiore tutela e valorizzazione e quindi un possibile ritorno economico, a partire dal rientro delle somme degli ingressi. La bozza di questa convenzione e il regolamento per la gestione, dormono da tempo nei cassetti del Comune, della Soprintendenza, ed ora anche in quelli del Polo Museale, in attesa che arrivi un’ amministrazione che abbia la reale volontà di appropriarsi di uno spazio che già possiede».

Per il segretario Pd Luiu «Tanto si parla di alternative alle attività industriali, e l’affrancamento da queste passa attraverso lo sfruttamento delle altre nostre risorse, che da piccole e dormienti possono diventare grandi attrattori turistici e culturali». A sottolineare l’importanza dell’area archeologica in attesa che diventi Parco, è la responsabile cultura della segreteria Pd Daniela Deriu. «E’ giunto il momento di diventare consapevoli di quali potenzialità può avere questo spazio e quali sono le barriere da superare» sostiene «l’area archeologica in massima parte è di proprietà del Comune di Porto Torres, che garantisce il decoro attraverso la Multiss. Ogni intervento deve però esser ragionato insieme alla Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Sassari e Nuoro, che esercita la Tutela sui beni, e che negli ultimi anni ha reperito, nell’ambito delle sue possibilità, i fondi per i necessari interventi di restauro e valorizzazione».

Attualmente per accedere all'area archeologica si paga un biglietto d'ingresso, recentemente aumentato da 3 a 7 euro, e per avere una visita guidata da personale esperto e qualificato si deve prenotare attraverso la cooperativa a cui il Comune ha affidato le visite guidate. Il Comune però non riceve alcun beneficio dai ticket, staccati presso la biglietteria del museo archeologico nazionale Antiquarium Turritano, poiché gli introiti vengono attualmente incamerati dal Polo Museale della Sardegna, neonato organo periferico del Ministero dei Beni culturali e del Turismo che gestisce gli spazi museali. A seguito di alcuni accertamenti effettuati al momento del passaggio di consegne fra la Soprintendenza ed il Polo Museale della Sardegna risulta che i beni trasferiti a quest’ultimo siano solo quelli del demanio dello Stato, quindi l’edificio dell’Antiquarium e una piccola area esterna contigua.

«Ci si chiede dunque in base a quale accordo o normativa vigente venga sfruttata anche l’area archeologica, patrimonio acquisito alla disponibilità pubblica dal Comune di Porto Torres, - aggiunge la responsabile cultura Pd Deriu - che investe per la manutenzione e riceve dei fondi regionali per la gestione, ma che non beneficia di alcun rientro economico. Inoltre le visite e gli eventi di grande richiamo sono pochi rispetto ad aree analoghe, nonostante l’area comprende nei suoi 8 ettari, oltre alle strutture archeologiche, grandi spazi verdi incorniciati da essenze mediterranee. Come si può allora avere di più da questo patrimonio? La parole chiave sono sinergia, programmazione e continuità. Pensare in grande e guardare lontano».


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