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S.O. 8 ottobre 2017
Siccità pericolosa: l´analisi dei RossoMori
Il monitoraggio mensile sul livello dei bacini e laghi dell’Agenzia Regionale del Distretto idrografico della Sardegna non lascia dubbi: il Nord Ovest della Sardegna è da tempo in grave crisi idrica. «Una situazione che merita massima attenzione da parte di tutti noi, e che richiama alla necessità di assegnare a questo bene prezioso - che è l’acqua - una gestione attenta e accurata, migliore di quella avuta fin qui» precisano dalla segreteria cittadina di Alghero dei RossoMori


ALGHERO - La Regione si impegni a ultimare in tempi brevi l’ultimo tratto del collegamento con il Coghinas il quale potrà così contribuire alle esigenze degli agricoltori e della città con scorte più ampie; venga finalmente messa in atto un serio piano di manutenzione dei 1300 km di linee idriche in gestione al Consorzio di Bonifica che sappiamo presentano grosse perdite; la programmazione territoriale che ha visto impegnati i sindaci della Rete Metropolitana affronti finalmente queste problematiche, ricordando ai sindaci che il bacino del Cuga è il primo esempio di rete a cui dovrebbero interessarsi, in quanto serve aziende di 7 comuni diversi.

E ancora: gli amministratori del territorio prendano coscienza del problema della gestione delle acque come tassello fondamentale per realizzare un piano di sviluppo rurale nella nostra Nurra; venga avviata una fase di concertazione con il territorio, in cui possa essere convolta l’intera città ed il suo territorio; il Consorzio di Bonifica inizi finalmente a mettere in atto una politica di incentivazione al minor consumo, applicando misure che portino ad un uso razionale delle risorse idriche, incentivando sistemi di irrigazione che eliminano qualunque spreco d’acqua, anche attraverso l’utilizzo di tariffe a scaglioni, differenziate per livelli di consumo.

Sono le proposte chiare e concrete della segreteria cittadina di Alghero dei RossoMori che, sottolineando come il monitoraggio mensile sul livello dei bacini e laghi dell’Agenzia Regionale del Distretto idrografico della Sardegna non lasci spazio a dubbi, precisano che «le soluzioni a problemi di questo tipo, che impattano sulla vita di tante persone ed aziende, devono essere il risultato di passi ragionati, discussi e condivisi con tutti i portatori di interesse. L’acqua è un bene primario il cui destino non appartiene solo ed esclusivamente al Consorzio di Bonifica della Nurra». Di seguito l'analisi della grave crisi idrica in corso nel Nord Ovest della Sardegna da parte della segreteria algherese.

Crediamo infatti che siano stati commessi alcuni errori.
Ci riferiamo per esempio al fatto che lo stato di allerta idrico è stato segnalato dall’Agenzia Regionale fin dal giugno 2014, e che nonostante questo non è stata presa alcuna iniziativa concreta: nessuna programmazione e gestione volta alla razionalizzazione o al risparmio è stata attivata, e gli agricoltori hanno continuato a ricevere dal Consorzio di Bonifica della Nurra – dal 2014 per tutti i due anni successivi - approvvigionamento idrico senza nessun limite. Fino ad arrivare a quest’ultima campagna irrigua nel corso della quale il problema si è evidenziato in tutta la sua gravità, arrivando di fatto a chiudere i rubinetti di parecchie aziende agricole. Questo nonostante le rassicurazioni del Consorzio contenute nella comunicazione del 27 marzo 2017, in cui garantiva un’efficiente stagione irrigua dal 1 aprile al 31 agosto a tutte le aziende che ne avrebbero fatto richiesta. E invece le cose sono andate diversamente dagli impegni contrattuali assunti dal Consorzio: gli agricoltori si sono visti limitare gli approvvigionamenti idrici in pressione, in quantità e in tempo; alcuni di loro hanno ricevuto l’acqua cosi saltuariamente che hanno dovuto abbandonare i campi seminati; altri sono riusciti a salvare il salvabile con perdite del 50% e oltre. Una catastrofe sì, ma annunciata. E allora una prima domanda sorge spontanea: ma se l’allerta era stata dichiarata fin dal 2014 come è stato possibile procedere come se niente fosse, ignorando il problema fino al punto di mettere gli agricoltori nella situazione appena descritta? A fronte di tutto questo venerdì 29 settembre il Consorzio di Bonifica ha convocato una riunione nel corso della quale ha proposto ai consorziati una propria soluzione al problema. Niente di nuovo in realtà, una vecchia idea da provare a giocarsi ogni tanto: il versamento dei reflui del depuratore di Sassari nel bacino del Cuga. In aggiunta a questo propone una sollecitazione nei confronti della Regione affinché venga ultimato il collegamento del Cuga al Coghinas, collegamento che consentirebbe di approvvigionarsi delle sue acque e per il quale mancano pochi chilometri di condotta. Davanti a questa proposta del Consorzio come RossoMori diciamo che siamo assolutamente d’accordo con la necessità di sollecitare il Governo regionale ad accelerare i lavori di collegamento del Coghinas al Cuga. Siamo invece contrari con la proposta di immissione dei reflui del depuratore di Caniga direttamente nel bacino del Cuga. Per alcuni importanti motivi. Il primo è che il bacino del Cuga è un deposito idrico strategico sia per il fabbisogno agricolo che per l’uso idropotabile della città di Alghero. In questi ultimi anni infatti è servito spesso a sopperire ai guasti della nostra rete e a tamponare varie crisi del collegamento con il Coghinas, garantendo l’apporto idrico necessario a non lasciare residenti e visitatori senza acqua. Se il Cuga dovesse ricevere i reflui di Sassari è chiaro che Alghero non potrà più contare su questo prezioso apporto idrico e in caso di emergenza i rubinetti degli algheresi resterebbero asciutti. Per quanto riguarda invece l’utilizzo dei reflui in agricoltura, pensiamo che se ne possa anche parlare, a patto però che prima si siano verificate tutte le altre possibili alternative, individuando la più sostenibile e sicura. Con una priorità chiara per tutti: quella di scongiurare un’altra annata siccitosa per gli agricoltori e per la città.

Nella foto: il Cuga
Commenti
27/3/2024
Una buona notizia che arriva dopo le recenti segnalazioni da parte di Anbi Sardegna, del Consorzio di Bonifica della Sardegna Meridionale e di Coldiretti Sardegna che avevano denunciato lo sversamento a mare dell’acqua del Tirso, diga che aveva superato il limite di guardia, con il conseguente spreco della preziosa risorsa


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