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Enrico Muttoni 30 luglio 2017
L'opinione di Enrico Muttoni
Risposte sulla rivoluzione della differenziata


E' stata annunciata la "rivoluzione" nel servizio di nettezza urbana. Che prevede, come risultato, l'aumento della percentuale di differenziazione dei rifiuti, e come modalità di ritiro l'introduzione del porta a porta. Non ci sono altri dettagli. Sarebbe pertanto un bene che l'Amministrazione Comunale o il gestore comunicasse dove verranno conferiti i rifiuti differenziati: la plastica verrà portata a...? La carta a...? il vetro a...?. Non è una morbosa curiosità. Le risposte a queste domande, soprattutto se accompagnate da numeri, servono al cittadino pagante per capire se l'ordine e la disciplina potranno essere premiate, ed in che modo. La raccolta porta a porta, dal suo canto, ha la finalità di far sparire i cassonetti dalle strade.

Dopo aver segnalato che in molti comuni a vocazione turistica sono entrati in uso cassonetti curati nell'estetica tanto da sembrare borsette di Gucci, (Portovenere (SP), per esempio), quello che preoccupa è il trasferimento del deposito della spazzatura dalla strada agli androni delle case: cioè, da un luogo ventilato ad uno che lo è molto meno. Il Comune di Roma, anni fa, fece la prova del ritiro porta a porta (portone a portone, di palazzi giganteschi) nel quartiere Testaccio; il fetore ed i topi provocarono l'intervento del Procuratore della Repubblica, per ristabilire lo statu quo. Faccio notare che anche il costo della pulizia del punto di raccolta viene trasferito, con molta nonchalance, dall'impresa appaltatrice ai privati. Tecnicamente parlando, il segreto per un efficace ritiro dei RSU è la rapidità e puntualità di svuotamento del punto di raccolta, e la facilità di accesso ai depositanti e agli operatori. Le case, i palazzi, gli esercizi pubblici sono tutti differenti tra loro: sono facili da prevedere liti furibonde nei condomini. Qualche giorno fa il Corriere della Sera ha portato in prima pagina la schizofrenia dei comuni italiani in campo di raccolta rifiuti. Ebbene, la raccolta dei rifiuti deve avere alcune doti: deve essere semplice, uniforme, chiara e frequente.

Non si possono,per esempio, dare licenze per la ristorazione senza prevedere un numero sufficiente di punti di raccolta dei rifiuti: se l'Assessore volesse un esempio, potrebbe andare nei fast food all' IKEA, dovunque in italia, per capire come si fa. E non affidarsi all'efficienza dei ristoratori, ma collaborare. La cosa peggiore, per un comune come il nostro, è infine costringere il turista ( anche quello di Ittiri, per dire) a disfarsi clandestinamente della spazzatura, perchè il cestino non c'è, è colmo e la differenziazione è cervellotica. O peggio, non essendo residente, non trovare una modalità per disfarsi di un rifiuto. Chi poi pensasse che la sporcizia che si vede è unicamente colpa della maleducazione, pensi a come è stato educato in casa propria, e nelle scuole che ha frequentato.


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