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Red 20 giugno 2017
Telefonino in carcere: indagini a Mamone
Ieri, gli agenti della Polizia penitenziaria hanno trovato un telefono cellulare nella Diramazione di S´Alcra, in una cella occupata da detenuti extracomunitari, pare nordafricani


NUORO - Ieri (lunedì), gli agenti della Polizia penitenziaria, nell’effettuare un normale controllo all’interno di una cella, hanno trovato un telefono cellulare. Il rinvenimento è avvenuto nella Diramazione di S’Alcra. Nella stessa Diramazione sono ubicati i detenuti in Art.21 dell’Ordinamento penitenziario.

La perquisizione ordinaria, disposta dal comandante di Reparto ispettore capo Salvatore Masuri, che coadiuvava gli uomini del Reparto, è scattata poco dopo l’ora di pranzo. Nonostante i controlli siano saltuari, la Polizia penitenziaria non abbassa mai l’attenzione ed il risultato positivo evince con quanta professionalità si opera anche all’interno di una Colonia agricola. La cella dove è stato trovato il cellulare era occupata da detenuti extracomunitari, pare nordafricani.

«Nonostante la forte carenza di uomini mezzi e strumenti adatti al controllo, che ricordiamo deve essere garantito, non solo nei reparti detentivi ma, anche fuori nel territorio in una colonia di 2700ettari, ha portato un altro risultato positivo con il ritrovamento di un telefono cellulare, ora in mano alla Polizia penitenziaria che dovrà effettuare tutti i controlli del caso. Il lavoro della Polizia penitenziaria – sottolinea il segretario generale aggiunto della Cisl Giovanni Villa - abbia il giusto seguito con il trasferimento dei detenuti che usavano il cellulare. il lavoro che viene fatto in colonia, concentrato sul trattamento per un reinserimento del reo nella società, coinvolge molte figure; la Polizia penitenziaria appunto, il direttore, gli educatori e tutti coloro i quali vi partecipano. La mancanza di rispetto delle norme da parte del detenuto si trasforma poi anche in mancanza di rispetto nei confronti di chi allo stesso detenuto da fiducia».
17:08
Una targa in memoria dei cinque appartenenti al Corpo degli Agenti di Custodia, barbaramente trucidati nella notte del 18 novembre 1945, durante una rivolta all’interno della Casa di Reclusione di Alghero nel tentativo di impedire l’evasione di massa dei detenuti


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