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Mauro Marras 24 maggio 2017
L'opinione di Mauro Marras
Sanità nel caos, urge una svolta seria


In merito alle criticità nelle strutture ospedaliere del nord-ovest della Sardegna ancora una volta è necessario fare chiarezza partendo dal quadro complessivo della Sanità nel nostro territorio dove da
ormai troppo tempo la situazione è andata via via peggiorando fino ad arrivare all'attuale condizione di criticità oramai fuori controllo. Tutto parte dall'istituzione della Ats, la famigerata Asl unica,che ha previsto piani di accorpamento di Asl e aziende ospedaliere che avrebbero dovuto riconfigurare la geografia del sistema sanitario e di welfare sardo. Purtroppo così non e' stato o perlomeno fino ad ora non si sono visti gli effetti. Al contrario la fusione tra le due aziende sanitarie, Asl e Aou, avvenuta ad inizio anno, con un processo che ha coinvolto quasi 2000 lavoratori, e con la rassicurazione iniziale che la macchina organizzativa sarebbe stata efficiente per garantire un graduale e indolore passaggio sia per i lavoratori che per gli utenti, ha generato una grande confusione sia in termini organizzativi che di rispetto e tutela degli istituti contrattuali da garantire ai dipendenti.

Intanto col passare del tempo i nodi critici, mai sciolti, sono peggiorati con organici ridotti, liste di attesa in aumento, e ancor più grave le condizioni di lavoro a cui sono sottoposti gli operatori sanitari, alle prese con scarsità di presidi e forniture del materiale essenziale per erogare assistenza ai pazienti ricoverati dalla più elementare siringa ai cerotti e garze con le inevitabili ripercussioni sulla qualità delle prestazioni sanitarie fornite. A questo punto urge un cambiamento vero,ma parrebbe che le logiche di potere prevalgano ed ingessino possibili scelte anche condivisibili per restituire una sanità dignitosa nel nostro territorio. Gli interventi sostanziali e strutturali di modifica stanno soltanto aleggiando, e ormai da mesi, dopo l'insediamento della dirigenza Ats nulla sembra essere mutato. Una sanità ospedalocentrica, un welfare non radicato e vicino ai cittadini, un sistema senza governo e programmazione pubblica non sono le risposte dovute ne le più efficaci. Bisogna che si riparta dal territorio quali il potenziamento dei presidi territoriali e la differenziazione della rete di offerta socio sanitaria secondo il criterio dell'intensità di cura. Questa deve essere a mio parere la ricetta per uscire dallo stereotipo comunemente diffuso dell'idea di una sanità che non riesce a rispondere alla domanda di salute dei cittadini, sfiduciati e scontenti dal sistema. Un emergenza gestionale con una macchina amministrativa non a regime genera una serie di problematiche che se non affrontate nella maniera dovuta si cancrenizzano dando alla luce i problemi che attualmente ci ritroviamo. Ciò che accade da troppo tempo negli ospedali di Alghero, Ozieri, Ittiri e Thiesi è incomprensibile; lasciati soli al loro destino e penalizzati da una riforma sanitaria che non ha tenuto conto di un bacino di utenza che si estende territorialmente e raggiunge gli oltre 330mila abitanti, e nella sua applicazione determinerebbe il declino della sanità del nord ovest sardo.

Partendo proprio da Alghero,un tempo fiore all'occhiello della sanità sassarese che oggi corre il serio rischio di soppressione dei servizi e di contro altri che non riescono proprio a partire come la nuova terapia sub intensiva e l'endoscopia..... non capiamo come mai a fronte di una spesa di 1,2 milioni di euro, con tutte le attrezzature in dotazione e adeguamenti strutturali per poterle ospitare, non si riesce a far decollare questi importanti progetti, fondamentali anche e sopratutto per ottenere il meritato riconoscimento del presidio di Alghero-Ozieri della classificazione di 1°Livello. Sottolineo e non posso esimermi dal lodare il lavoro del personale medico e infermieristico che nonostante una drastica carenza dovuta ad un parziale sblocco del turn-over, opera con spirito di abnegazione all'interno delle corsie, garantendo un servizio di qualità nell'assistenza dei pazienti. Una carenza sopratutto di Personale Infermieristico che ha determinato situazioni esplosive come nelle medicine e chirurgie, pregiudicando in maniera seria l'assistenza, con un meccanismo di assunzioni che incentiva il precariato e blocca invece i concorsi a tempo indeterminato che nella nostra provincia mancano ormai dal 2009.... Fino ad arrivare ad Ozieri, protagonista negli anni della sanità del nord con le sue eccellenze, già penalizzato dalla temporanea chiusura del punto nascita e accorpamenti, che oggi si ritrova a condividere con Alghero un triste destino che speriamo non sia l'epilogo.

Rimane oscuro il motivo secondo cui realtà sanitarie come S.Gavino Monreale hanno ricevuto l'inquadramento di 1 Livello nonostante un bacino di utenza nettamente inferiore che non risponde certamente ai parametri e criteri di classificazione dettati dalla riforma ospedaliera regionale. Fatti già denunciati da tempo dalla segreteria Cgil di Sassari che congiuntamente agli Rsu del territorio, ha cercato di ottenere risposte operative e chiare aprendo un dialogo con l'azienda e le istituzioni. Di contorno urge il potenziamento della sanità territoriale e dei distretti con l'istituzione immediata di una lungodegenza ed Rsa, che ad esempio ad Alghero vengono a mancare, che oltre al compito di decongestionare l'attività di reparti come medicina rappresenterebbero la naturale prosecuzione delle cure ricevute nelle degenze per acuti del territorio. Per questo e tanto altro ancora che il sindacato che rappresento si è adoperato e ha sollecitato l'attivazione di un tavolo serio di confronto con la dirigenza Ats e Assl, guidato da un protocollo sulle relazioni sindacali,al fine di condividere una pianificazione che risponda alla domanda di salute dei cittadini.

*Dirigente Sindacale-Rsu-Cgil Fp Sassari.
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