ALGHERO - Il girone di ritorno, per l’Alghero, con un calendario non proprio proibitivo, si sperava fosse meno difficoltoso. Si doveva ripartire e grazie agli scontri diretti, mettersi al sicuro, in una posizione più gestibile. Invece dopo quatto turni, due dei quali giocati fra le mura amiche del Mariotti, le nubi sull’Alghero si fanno dense. Brucia la sconfitta casalinga contro una pericolante, il Pozzomaggiore, e il pareggio di domenica contro la Frassati suona come una beffa, considerato il doppio vantaggio dei giallo rossi.

Il Mariotti esalta gli avversari, che sul manto erboso dimostrano di avere corsa e capacità tecnica più di quanto non dica la classifica. E la Frassati come già il Pozzomaggiore non si è smentito. Ha fatto un figurone. Senza strafare. E la classifica per i giallorossi ora si è fatta preoccupante. L’Alghero dopo 19 partite giocate, ha in classifica 17 punti, e occupa il quart’ultimo posto. Una media realizzativa di un gol a partita, mentre ha subito 45 reti, una media di quasi di 2,3 reti a partita. Una marcia preoccupante, con il rischio dietro l’angolo.

Il cammino che porta alla fine del torneo è lungo, mancano ancora 11 partite, e tutto può succedere, ma è indubbio che le squadre che d’ora in avanti si incontreranno sono attrezzate, con ottimi organici , e se l’Alghero non recupererà China e Capuano a tempo pieno, si rischia davvero tanto. Domenica al Mariotti c’era “il gruppo” con a capo Enrico Iacomino, seduto in gradinata. Quelli che vogliono "rilevare" il 1945 Alghero. Anche se si comprende che "rilevare" è un termine impegnativo. La sostanza di tutto, ci ha confidato Jacomino, è la volontà di rilevare l’Alghero, se gli attuali dirigenti si fanno da parte. Una richiesta irricevibile. Antonio Meloni e gli attuali dirigenti non ne vogliono sentire di farsi da parte, anche perché non sono loro il problema, e se c’è volontà di “entrare” in società le porte sono spalancate.

Farsi da parte senza far pagare pegno a chi subentra, non si prende manco in considerazione. Ma fra Iva da versare all’erario, e qualche pendenza con allenatori sotto contratto, debiti dell’Alghero sono lievitati a oltre quaranta mila uro. Debito, è bene puntualizzare, non maturati con questo gruppo dirigente, ma che sono stati ereditati da chi gestiva l’Alghero nelle passate stagioni. Una cifra che frena (gli eventuali) nuovi pretendenti, e parrebbe stia portando il gruppo di Enrico Jacomino, a pensare seriamente alla costituzione di una nuova società , che parta dalla seconda categoria, con programmi ambiziosi pensando da subito alla scalata delle categoria più basse.

E senza dirlo apertamente, sono i primi a tifare per l’Alghero in out, in modo che sul territorio di colpo si presentino almeno sei realtà calcistiche, nella stessa categoria, con un campionato di derby che possono solo far cassa. Ma come sempre, le chiacchere non prendono corpo, e per adesso l’unica cosa certa è che Antonio Meloni e il suo gruppo dirigente, si è sobbarcato l’onere di gestire una società, che ha un nome rumoroso, ma che non riesce a eccellere per colpa di un budget a disposizione che non consente voli pindarici.

Nella foto: una fase di Alghero-Frassati di Domenica