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Mariangela Pala 19 gennaio 2017
Prodotti non tracciati: sequestro di 20 chili di pesce
Specie ittiche difficili da trovare sulle nostre tavole e sui banchi delle pescherie. La Guardia costiera di Porto Torres ha sequestrato questa mattina oltre 20 chili di pesce privo di tracciabilità multando con una sanzione amministrazione di 1500 euro il titolare di nazionalità cinese di una rivendita di prodotti alimentari orientali, in località Predda Niedda


PORTO TORRES - Specie ittiche difficili da trovare sulle nostre tavole e sui banchi delle pescherie. La Guardia costiera di Porto Torres ha sequestrato questa mattina oltre 20 chili di pesce privo di tracciabilità multando con una sanzione amministrazione di 1500 euro il titolare di nazionalità cinese di una rivendita di prodotti alimentari orientali, in località Predda Niedda. Un’operazione di polizia marittima a tutela della salute dei consumatori diretta a controllare la filiera della pesca.

Nel corso del controllo odierno, i militari della Guardia Costiera hanno rinvenuto, pronte per la vendita, numerose confezioni contenenti specie ittiche pescate senza indicazioni di provenienza, nonché prodotti congelati che non è facile trovare sulle nostre tavole, come la murena del Giappone, pesce spatola, ombrina giapponese e pesce coltello. Immediatamente, i militari hanno posto sotto sequestro i prodotti ittici rinvenuti e richiesto l’intervento della Asl di Sassari, che ha giudicato il pesce sequestrato non idoneo al consumo umano e, pertanto, da avviare a distruzione a spese del trasgressore. Al cittadino cinese è stata comminata una sanzione amministrativa per la violazione delle norme sulla etichettatura dei prodotti ittici, pari a 1.500 euro.

Tali rivendite ed i punti di ristoro etnici sono da sempre nel mirino dei militari della Capitaneria di porto turritana, in quanto le specie ittiche provenienti dai paesi extra Ue possono essere importate e commercializzate solo se accompagnate da specifica etichettatura rispondente alle severe norme a tutela del consumatore; gli stessi importatori in Europa, infatti, devono essere autorizzati ed in possesso di idonea certificazione che ne attesti la rispondenza agli standard alimentari europei, anche al fine di evitare la commercializzazione di specie protette dalle convenzioni internazionali.

Le indagini proseguono al fine di verificare quale fosse il bacino di utenza della rivendita, anche se al momento sembrerebbe potersi escludere che i prodotti fossero destinati al circuito della ristorazione, ma sembrerebbero rivolti al consumo di persone, per lo più straniere, “amanti del genere”. Il Capitano di Fregata Paolo Bianca, comandante della Capitaneria di porto rende noto che «i controlli presso altre rivendite di prodotti orientali o etnici saranno regolari al fine di tutelare la salute dei consumatori e, in generale, si invitano tutti ad acquistare o consumare prodotti ittici di cui sia certificata la tracciabilità e per la quale sia comprensibile l’etichetta contenente le informazioni obbligatorie».


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