Una decisione che raccoglie il plauso della Confartigianato Edilizia Sardegna che chiede, tuttavia, più celerità nell’approvazione della nuova Legge Urbanistica regionale
CAGLIARI - Il Consiglio regionale ieri ha approvato la proroga agli incrementi volumetrici (il cosiddetto Piano Casa, sino al 31 dicembre 2017. Una decisione che raccoglie il plauso della Confartigianato Edilizia Sardegna che chiede, tuttavia, più celerità nell’approvazione della nuova Legge Urbanistica regionale. «E’ fondamentale che le imprese si muovano con la Regione e l’Assessorato – riprende Meloni – per dare un forte segnale di sensibilità e di comprensione dei problemi per il comparto. Imprese e dipendenti attendono con urgenza la nuova normativa e quindi è assolutamente da scongiurare che si arrivi alla fine del 2017 senza questa legge. Serve una stabilità delle regole per dare certezza a comparto e cittadini».
«Alle pezze preferiamo la programmazione - ha dichiarato Marco Tedde, vice-capogruppo di Forza Italia-Sardegna-. Avremmo voluto discutere in Consiglio la nuova legge urbanistica e la proposta di legge di Forza Italia sugli stabilimenti balneari. Ma manifestiamo prudente soddisfazione perché la maggioranza di centrosinistra ha comunque accolto i nostri ripetuti appelli per la proroga dell’efficacia della legge 8 che aveva sostituito maldestramente il Piano casa prevedendo modesti incrementi volumetrici».
Crisi del comparto. In Sardegna, alla fine dello scorso giugno, erano 18.442 le imprese che si occupavano di costruzioni: quelle artigiane erano 10.559 (il 57,3%). Queste ultime, negli ultimi 12 mesi hanno registrato una flessione del 3%, con la relativa perdita di 328 aziende (saldo tra aperture e chiusure). Un calo senza eguali in Italia) è stato registrato dall’occupazione: tra tutte le imprese del comparto (edili, impiantisti, installatori, progettisti e servizi) si è passati dalle 67.101 unità del 2008 alle 31.494 del 2016: -53,1%, più che un
dimezzamento della forza lavoro. Solo nell’ultimo anno, tra diretti e
indiretti, si sono persi oltre 6.500 posti di lavoro.
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