SASSARI - «Il femminicidio è una strage nazionale che semina lutti come una guerra. Una guerra che prima di finire nelle cronache dei media nasce nelle case, dentro le famiglie. Questo ennesimo episodio lo conferma e ci troviamo a piangere con dolore un’altra vittima». Sono queste le prime parole che Giovanna Sanna pronuncia con riferimento all’atroce femminicidio avvenuto a Sassari, dove per mano del marito ha perso la vita Anna Doppiu.

«Non è un problema di sicurezza o ordine pubblico – sottolinea la parlamentare. E’ un’emergenza culturale. La violenza sulle donne si previene combattendo stereotipi e discriminazioni, educando all’affettività le giovani generazioni». La Convenzione di Istanbul, ratificata dall’Italia nel maggio 2013, individua nella prevenzione la prima misura da attivare per promuovere il cambiamento nei comportamenti che portano alla violenza sulle donne, le ragazze e le bambine. Investire sul futuro è, dunque, l’imperativo con il quale misurarsi. A partire dalle scuole e agendo sui i programmi scolastici, con l’introduzione di ore di educazione alla parità di genere.

«Che lo strumento educativo sia uno dei mezzi fondamentali per contrastare il fenomeno della violenza di genere è ribadito anche nel protocollo Anci – Di.R.e (Donne in Rete contro la violenza, network che riunisce oltre 60 centri antiviolenza in Italia), strumento attivo dal 2013. Nel protocollo – spiega la deputata – si parla di programmi di informazione e sensibilizzazione sul tema e di coinvolgimento degli istituti scolastici di ogni ordine e grado in rete con i centri antiviolenza». «Vanno inoltre sostenuti i centri antiviolenza e le strutture che si occupano degli uomini maltrattanti, luoghi preziosi per poter provare a cambiare la propria vita. Questo deve essere il nostro impegno – conclude Sanna – anche in Parlamento».