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Mariangela Pala 18 giugno 2016
Spirito Santo: la nuova chiesa si presenta
Una facciata imponente e la scritta “Veni Sacte Spiritus”: un invito ad entrare allo Spirito Santo perché abiti quella comunità accolta da due braccia murarie che si aprono come per abbracciare i fedeli. La nuova chiesa dello Spirito Santo, centro della comunità ma anche un segnale di speranza per la rinascita di una città devastata dalla crisi e dalla forte disoccupazione


PORTO TORRES - Una facciata imponente e la scritta “Veni Sacte Spiritus”: un invito ad entrare allo Spirito Santo perché abiti quella comunità accolta da due braccia murarie che si aprono come per abbracciare i fedeli. La nuova chiesa dello Spirito Santo, centro della comunità ma anche un segnale di speranza per la rinascita di una città devastata dalla crisi e dalla forte disoccupazione. Un edificio maestoso presentato dal parroco don Salvatore Ruiu, dal liturgista don Pierangelo Muroni (docente di liturgia alla Pontificia Università urbaniana e Direttore dell’ufficio liturgico diocesano), e dall’architetto Piersimone Simonetti.

Origini e riflessioni su un complesso parrocchiale portato a compimento in anticipo rispetto ai tempi preventivati e che domenica riceverà la consacrazione con il rito della dedicazione celebrato dall’arcivescovo padre Paolo Atzei che ne affiderà la cura pastorale a don Salvatore Ruiu, già parroco della chiesa instituita nel 1974. Quasi 42 anni fa la chiesa sorgeva nel quartiere del “Villaggio Satellite” e apriva le porte a 92 famiglie alluvionate della zona di San Gavino. Don Ruiu ha ricordato l’opera di evangelizzazione e di aggregazione di una comunità cresciuta negli anni: circa diecimila residenti nei quartieri accolti nella nuova parrocchia più spaziosa e ricca di luoghi celebrativi.

Spazi liturgici presentati da Don Muroni come l’ambone, il monumento icona della Resurrezione di Cristo. All’interno il battistero illuminato da una vetrata angolare rivolta in direzione della Basilica di San Gavino. Sul lato sinistro dell’ingresso si innalzano tre colonne che richiamano i martiri Gavino, Proto e Gianuario e più avanti la penitenziaria con i tre santi dei giorni nostri: Giovanni Paolo II per il lavoro, Madre Teresa di Calcutta per la carità e Gianna Berretta Molla per la famiglia. Al centro di tutta la chiesa, l’altare che riporta il soffio di Cristo in rapporto con la croce sospesa in alto. La parete della Pentecoste e il “gioco” delle luci sono spiegati dall’architetto Simonetti, 7 aperture nella parte orientale dell’edificio che indicano i sette doni dello Spirito Santo, punti luce che illuminano gli spazi interni estremamente accoglienti e semplici.
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