Una arriva dalla Penisola, le altre sono sarde. Gli uffici dell’Assessorato stanno lavorando alla predisposizione del bando di gara, che sarà aperto a tutti
ALGHERO - Sono nove le imprese – otto sarde e una della penisola – che hanno manifestato interesse per l’intero compendio dell’azienda agricola di Mamuntanas-Surigheddu, nell'agro di Alghero, entro il termine ultimo del 30 maggio, previsto dall’avviso pubblicato dall’Assessorato degli Enti locali. L'iniziativa era stata lanciata lo scorso 9 marzo [
LEGGI], in occasione della visita del presidente Pigliaru e l'assessore Falchi nei terreni della Nurra. Gli uffici dell’Assessorato stanno lavorando alla predisposizione del bando di gara, che sarà aperto a tutti e non soltanto alle 9 imprese che si sono espresse. La maggior parte opera nel settore oleario. Una è specializzata nell’allevamento di ovini, caprini e bovini, mentre le restanti si occupano di produzione e commercializzazione di prodotti agroalimentari.
«Siamo molto contenti di vedere tanto interesse imprenditoriale per Surigheddu e Mamuntanas e per confermarne la destinazione agroalimentare e zootecnica di alta qualità – dichiara il presidente Francesco Pigliaru –. È importante che queste aziende tornino ad essere ciò per cui sono nate e possano creare nuovo benessere, attraverso un’agricoltura ricca e produttiva. Ciò è possibile attraverso imprenditori seri, che sappiano rilanciare il territorio cogliendone le potenzialità e rispettandone la vocazione». «Il mercato esiste, ma non solo: è prevalentemente isolano ed appartiene ad un settore che mantiene la destinazione originaria della storica azienda – sottolinea l’assessore degli Enti locali Cristiano Erriu –. Attendiamo ora l’esito del bando, per poter fare le valutazioni definitive».
Caratteristiche. L’area è di circa 1.200 ettari dove , fino a sessant’anni fa vi lavoravano centinaia di persone. Oltre il 70% della superficie si estende su un’area prevalentemente pianeggiante. Nella parte meridionale di Surigheddu si trova un bacino artificiale con una capacità fino a 2,5 milioni di metri cubi d’acqua. L’area oggi non è coltivata, ad eccezione della porzione assegnata all’Università di Sassari (55 ettari), mentre la restante parte è utilizzata senza titolo come pascolo estensivo da quattro aziende agropastorali con circa 400 capi ovini complessivi ed alcune decine di bovini. È presente un oliveto in stato di abbandono, di circa 40 ettari. Sono inoltre presenti numerosi fabbricati rurali, in passato al servizio delle due aziende: abitazioni, servizi, ricovero bestiame, mezzi e attrezzature agricole, oggi in stato di degrado.
Nella foto: l'ultima visita istituzionale nei terreni
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