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M.P. 10 maggio 2016
Gsd Porto Torres, Falchi: «il mio sogno, lo scudetto»
Appena sceso dalla nave, ma già nel pieno dei preparativi degli eventi della “Festha Manna”, alla quale il Gsd sarà presente anche quest’anno con il suo chiosco (appuntamento fissato per sabato, domenica e lunedì), il presidente Bruno Falchi si gode la soddisfazione delle emozioni regalate da e con questa stagione


PORTO TORRES - Il Gsd Porto Torres ha chiuso, con la partecipazione alla Final Eight di Champions Cup, una stagione ricca di soddisfazioni. Un settimo posto che conferma quello dello scorso anno, tra le grandissime d’Europa. Confermarsi è sempre difficile ed il Gsd Porto Torres lo ha fatto, mandando anche la sua stella, Matt Scott, nell’All Star Team della manifestazione. In un’annata in cui i problemi economici hanno fatto la voce grossa e costretto la società turritana a tanti sacrifici extra, la squadra ha risposto presente, centrando tutti gli obiettivi di inizio stagione. Dal diritto a disputare la Final Four di Coppa Italia ai playoff scudetto, passando per la favolosa qualificazione alla Champions Cup.

Appena sceso dalla nave, ma già nel pieno dei preparativi degli eventi della “Festha Manna”, alla quale il Gsd sarà presente anche quest’anno con il suo chiosco (appuntamento fissato per sabato, domenica e lunedì), il presidente Bruno Falchi si gode la soddisfazione delle emozioni regalate da e con questa stagione, che ha vissuto picchi di entusiasmo, ma anche qualche piccolo rimpianto che, però, è utile per crescere.

E’ terminata una stagione molto positiva. Ripercorrendola, nelle gioie e nelle difficoltà vissute, qual è stato il momento più esaltante?
«Il momento più esaltante è stata la vittoria sul campo di Cantù, di fronte ad un pubblico fantastico, non sentivamo nemmeno il nostro respiro. Una squadra, Cantù, formidabile. Abbiamo giocato la nostra miglior partita. Lì ho capito che avevamo imboccato la strada giusta. La cosa più emozionante, invece, che ho detto e ripetuto più volte ma che non mi stanco di ribadire, è la piccola magia che abbiamo creato al palazzetto, con i bambini e i nostri tifosi. Un sogno che sta prendendo sempre più forma e colore.»

«Ritiene che la sua squadra abbia sempre dato il 100%? C’è una partita che vorrebbe si potesse rigiocare, per provare a cambiarne le sorti?»
«No, purtroppo non abbiamo sempre dato il 100%. La partita interna con Giulianova è quella che vorrei rigiocare. Con un pizzico di presunzione, che non mi appartiene, dico che se la rigiocassimo dieci volte, non otterremmo mai quel catastrofico -28».

«L’estate scorsa avete puntato su coach Sara Cappellini alla guida della squadra. Era al suo esordio, per cui si trattava di una scommessa. Si può dire abbondantemente vinta?»
«Abbondantemente vinta. Un’altra cosa di cui poter andar fieri in questa stagione. Ha ancora tanto da imparare, ma credetemi, sale i gradini di una scala molto ripida tre alla volta. Una scala molto lunga, ma lei sta salendo».

«Centrare la qualificazione ai playoff era uno dei vostri obiettivi stagionali: ci sono rimpianti per la serie con Roma?»
«Mi piacerebbe poter rigiocare i primi due quarti della gara di andata. L'emozione, la voglia di non deludere tutti i nostri più grandi amici e tifosi ci ha giocato un brutto scherzo. Dieci punti in due quarti non sono veritieri, mettiamola così. Abbiamo riempito il sacco dell'esperienza e forgiato il nostro carattere. E ci riproviamo, sapete? Ci riproviamo alla grande».

«La F8 di Champions Cup vi ha confermato come eccellente settima squadra d’Europa, ma avete perso tre gare di un soffio. Quanto brucia e quanto, invece, prevale la soddisfazione per il bel traguardo raggiunto ancora una volta?»
«In Europa, a questo livello, prevale solo la soddisfazione. O sei troppo inferiore, le partite non hanno storia e perdi malamente oppure, se dimostri di essere alla pari delle altre, contano gli episodi. Voi che dite? Io mi sono sentito alla pari, hanno contato gli episodi».

«In cosa è cresciuto quest’anno il Gsd, quanto ancora vuole crescere e dove può arrivare»?
«In cosa siamo cresciuti è sotto gli occhi di tutti. A partire da una più completa organizzazione a livello societario, con un ufficio stampa che ci ha permesso di avere la giusta visibilità, per arrivare alla parte tecnica. Con Sara al timone siamo cresciuti nelle idee, nei progetti. E poi Ludolandia: è diventata parte integrante della nostra avventura, direi fondamentale per il nostro prosieguo. Non riesco più ad immaginare la squadra senza di loro e questo dovrebbe bastare per far capire la loro importanza. Possiamo crescere ancora tantissimo, quello che abbiamo fatto quest'anno vale veramente tanto, ma dobbiamo pensare che è niente in confronto a quello che sono i nostri pensieri e i nostri sogni. Dove possiamo arrivare non lo so realmente, con tutte le difficoltà economiche che affrontiamo, non posso dirlo, ma ho un sogno e, siccome sono sempre i sogni a dare forma al mondo, dico che vorrei dormire con lo scudetto cucito sul petto.»
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«La società è già al lavoro per la prossima stagione, possiamo anticipare qualcosa?»
«Sì, siamo già al lavoro e possiamo dire che ripartiremo da Matt Scott, George Bates e Fabio Raimondi. Poi, a breve, saremo in grado di svelare, finalmente e con enorme soddisfazione, una bella novità».


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