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Marco Tedde
27 aprile 2016
L'opinione di Marco Tedde
La Giunta non abbandoni la Chimica Verde
La Giunta non abbandoni il progetto per la Chimica Verde di Porto Torres ed eserciti quel ruolo che non ha svolto per ormai metà della Legislatura. Il 26 maggio 2011 fu sottoscritto a Palazzo Chigi il protocollo d'intesa per la "Chimica Verde" a Porto Torres, tra Presidenza del Consiglio dei ministri, 4 Ministri, la Regione autonoma della Sardegna, Provincia di Sassari, Comune di Alghero, Comune di Porto Torres, Comune di Sassari, Novamont, Eni, Polimeri Europa (oggi Versalis), Syndial, Enipower, Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Filctem, Femca, Uilcem e Ugl Chimici, finalizzato a favorire la riconversione industriale del sito petrolchimico di Porto Torres in un polo per la realizzazione di prodotti chimici ecocompatibili, con previsione di processi di riqualificazione professionale delle risorse umane e di accelerazione degli interventi di riparazione ambientale attraverso processi di bonifica delle aree del petrolchimico di Porto Torres interessate dal progetto "Chimica Verde", il primo in Italia, per un investimento complessivo di circa 700 milioni di euro e l'occupazione di circa 700 addetti.
Fu sottoscritto anche un “Addendum”, che impegnava la Regione alla definizione di un progetto integrato per il territorio di Porto Torres che prevedesse ulteriori opportunità di verticalizzazione industriale della chimica verde, strumenti di promozione dello sviluppo locale e di contrasto della crisi delle aree industriali con interventi di incentivazione per la creazione d'impresa, l'auto impiego, la formazione e riqualificazione del personale, le agevolazioni per l'accesso al credito, crediti d'imposta e ogni altro strumento utile per la nascita di nuove imprese e per la ricollocazione degli addetti diretti ed indiretti del sito industriale di Porto Torres. Con le sue dichiarazioni programmatiche il Presidente Pigliaru si era impegnato ad accompagnare il declino dell'industria tradizionale, favorendo lo sviluppo dell'industria dell'innovazione accelerando il contributo che la nostra Regione può avere e può dare alla sua terza rivoluzione industriale prevedendo una nuova regia delle competenze regionali in materia di imprese con l'istituzione dell'Assessorato per lo sviluppo economico, ma oggi le sue parole suonano più come un flop che come obbiettivi programmatici di governo, perché in questa partita, come in altre partite strategiche, Pigliaru non ha fatto neanche una ”comparsata”.
Con una Mozione dell’agosto del 2015, non ancora discussa in Consiglio Regionale, abbiamo chiesto che intervenisse tempestivamente per rimuovere le cause che sottendono ai ritardi accumulati nell'attuazione degli impegni istituzionali assunti, causa del mancato sviluppo della filiera agricola che avrebbe dovuto alimentare gli impianti di Matrica con la coltivazione di circa 3.500 ettari di terreni destinati al cardo e del mercato dei prodotti derivati da lavorazioni "bio" con conseguente insediamento di nuove imprese sul territorio di Porto Torres. E che ponesse in essere ogni iniziativa necessaria a realizzare quelle condizioni incentivanti che avrebbero dovuto fungere da attrattori e da propulsori per l'insediamento e lo sviluppo di nuove imprese nel settore della "Chimica Verde" creando nuove opportunità occupazionali, per le quali la Regione Sardegna si era impegnata. Abbiamo chiesto anche che intervenisse per chiedere chiariezza sulle cause che l’anno indotta Eni a cancellare dal programma d'investimenti la centrale a biomassa integrata al sito industriale di Porto Torres che costituisce inadempienza al protocollo d'intesa. Pigliaru però sembra essersi nascosto per non urtare le vestali di un finto ambientalismo da accatto che demonizza la chimica verde e contrabbanda quelle bonifiche che sono solo un atto iniziale, come conclusione del percorso, comprimendo così ogni prospettiva occupazionale. Cercarsi presidente disperatamente.
*Marco Tedde, vice-capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale
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