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4 aprile 2016
Lo zampino del Governo nella partita low cost
Sono bastati pochi giorni a cavallo tra marzo e aprile per capire cosa potrà succedere nel territorio della Riviera del corallo se non s´arresta la progressiva partenza della prima compagnia aerea operante già da qualche anno sullo scalo aeroportuale. Che per una strana coincidenza si chiama Ryanair. Tutti gli occhi rimangono puntati al prossimo incontro previsto a Roma alla presenza del Ministro Delrio, ma la corsa potrebbe essere tutta in salita...


Sono bastati pochi giorni a cavallo tra marzo e aprile per capire cosa potrà succedere nel territorio della Riviera del corallo se non s'arresta la progressiva partenza della prima compagnia aerea operante già da qualche anno sullo scalo aeroportuale, che per una strana coincidenza corrisponde con l'odiata Ryanair. Non dagli imprenditori e dai cittadini comuni, anche perchè è Ryanair che nell'ultimo decennio ha garantito la continuità di un intero territorio col resto d'italia e l'Europa intera. Così la partita che si gioca sulle teste della Sardegna, soprattutto quella nord occidentale, lascia un po tutti con l'amaro in bocca. Perchè giocata senza riserve, senza un piano ben definito, e soprattutto senza certezze di vittoria.

Una lettura dell'intricata situazione la fornisce il giornalista cagliaritano Giogio Meletti che sul Il Fatto Quotidiano parla apertamente di guerra di Montezemolo (Alitalia) nei confronti di Ryanair, e perdipiù con l'appoggio del Governo Renzi. Letta così sembra una vecchia storia che per Alghero diventa tragicamente attuale. Scrive Meletti: "All’origine di tutto c’è il peccato originale. Il 20 febbraio 2014, mentre stava formando il suo governo, Matteo Renzi trovò il tempo per correre a casa di Luca di Montezemolo e incontrare lo sceicco Khaloon al Mubarak e discutere del salvataggio dell’Alitalia per mano della Etihad. Gli interessi dell’Alitalia sono nel dna del governo Renzi. Il 29 ottobre scorso il ministro dei Trasporti Graziano Delrio ha aumentato di 2,50 euro, da 6,50 a 9, l’addizionale sui diritti d’imbarco per ogni tratta. L’addizionale va a finanziare il “Fondo speciale per il sostegno del reddito e dell’occupazione del personale del trasporto aereo”, cioè gli esuberi Alitalia. L’aumento non disturba Alitalia, che è capace di chiedere 800 euro per un Catania-Milano andata e ritorno. Ma per Ryanair, quando fa volare con 25 euro, l’aumento è del 10 per cento. Il numero uno di Ryanair Michael O’Leary, che è un tipo nervoso, ha reagito annunciando un addio selettivo agli aeroporti italiani. Delrio, come sua abitudine, ha reagito come se quell’aumento non l’avesse deciso lui ma qualche passante: “Verrà verificata la possibilità di ridurre al minimo l’addizionale comunale”, ha detto durante il question time alla Camera del 24 febbraio scorso".

Continua Meletti: "Naturalmente non è successo niente. Delrio ha continuato a dire che la reazione di Ryanair era eccessiva e dal 1 aprile la compagnia irlandese ha cancellato 7 rotte sull’aeroporto di Alghero. Il ministro Delrio è di Reggio Emilia, al centro della pianura Padana, e forse fatica a comprendere che cos’è un’isola. Gli operatori turistici della Sardegna settentrionale dicono che l’addio di Ryanair ha provocato un crollo del 70 per cento delle prenotazioni per l’estate. Per i sardi Ryanair è ossigeno per il turismo ma anche la possibilità di mandare i propri giovani - a cui sono vietati treno e autobus - a conoscere un po’ di Europa. La lobby Alitalia è però determinata. Con i prezzi stracciati Ryanair è arrivata a trasportare nel 2015 30 milioni di passeggeri in Italia, contro i 23 dell’Alitalia. E sui voli internazionali O’Leary ha doppiato Montezemolo: 20 milioni di passeggeri contro 10. Alitalia è dunque ridotta a una piccola compagnia che sfrutta fino in fondo le rendite di monopolio. Montezemolo deve dunque fare la guerra a Ryanair. Ha appena assunto all’uopo Claudia Bugno, manager di osservanza renziana".

"Il punto è spiegare alle amministrazioni regionali che devono smettere di incentivare Ryanair - spiega Meletti - e sensibile a questa filosofia si è mostrata la giunta regionale sarda guidata dal renziano Francesco Pigliaru. Insieme all’assessore ai Trasporti Massimo Deiana ha sposato la tesi che dare soldi a Ryanair è vietato dall’Europa perché sono aiuti di Stato che inquinano la libera concorrenza. È la stessa tesi dell’Alitalia. Ed è la stessa tesi che Bugno è andata a spiegare al governatore della Puglia Michele Emiliano, che adesso sta studiando. C’è a Roma un governo in grado di decidere una volta per tutte quale politica fa l’Italia per i low cost? Perché è lecito dare centinaia di milioni di euro alle Fs per i treni e non si può pagare Ryanair per collegare le isole e il sud? Delrio tace. Il governo tace. E per l’Alitalia il silenzio è d'oro". Insomma, non resta che sperare in un ripensamento a partire dall'incontro previsto tra qualche giorno a Roma. Perchè letta così, la corsa sarebbe davvero tutta in salita!
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