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A.B. 7 marzo 2016
Sa Chida de Pèrfugas è pronto
Terminata la post produzione del film-documentario antropologico che racconta la Settimana Santa di Perfugas attraverso l´utilizzo della lingua sarda e gallurese


PERFUGAS – E' terminata la post produzione di “Sa Chida de Pèrfugas: memorie, riti e sacre rappresentazioni popolari della Passione”, film-documentario antropologico che racconta la Settimana Santa di Perfugas attraverso l'utilizzo della lingua sarda e gallurese, curato da Giovanni Deperu e Giampaolo Buiaroni, con la partecipazione del fonico Luca Panciroli. Il progetto è nato nel 2014, da una collaborazione tra la Fondazione Museaa (diretta da Deperu) e la Kidotek (azienda di Buiaroni). Sa Chida è un documentario di taglio antropologico, indaga sulla contemporaneità dei riti e allo stesso tempo cerca di insinuarsi nelle piaghe più profonde della memoria collettiva di Pèrfugas, paese dalle antiche origini, sito nella Sardegna settentrionale.

Pèrfugas è un paese bilingue, nel centro urbano è egemone il sardo mentre nelle numerose borgate rurali impera il gallurese. Gli autori, all'interno del documentario, hanno voluto far emergere questa diversità culturale sia per valorizzare il ricco patrimonio linguistico sardo, sia per rappresentare in maniera reale e contemporanea la comunità oggetto d'indagine. Il film racconta il tempo ordinario ed extraordinario della Pasqua e mette in evidenza come una piccola comunità della Sardegna si prepara a superare uno dei momenti più critici ed importanti dell'anno agrario con la preghiera e la fede. Di particolare interesse è stata la documentazione di alcuni oggetti aventi particolare valore simbolico, come ad esempio le “prammas” (palme) ed i “sepulcros” (grano o legumi germinati al buio). Il narratore principale è Nicolino, “prima boghe” del coro dei Cunfrades, al quale è affidato il racconto di alcuni aspetti particolari della “Chida Santa” e indirettamente delle memoria di Perfugas.

Si parte dal lunedì con le prove dei canti dell'antica “Cunfrarìa de Santa Rughe de Pèrfugas” (Confraternita di Santa Croce di Perfugas) già nota negli antichi documenti seicenteschi; segue un'importante testimonianza del parroco Don Emmanule Manca che spiega alcuni aspetti teologici e socio-turisitici dei rituali paraliturgici. Nel periodo de “Sa Chida Santa” a Perfugas, e nei vari agglomerati rurali, si respira un profumo di dolci e di pane cotto nei forni a legna che in qualche modo annuncia il tempo extra-ordinario. L'obiettivo della camera etnografiaca ha documentato il lavoro instancabile delle donne di Lumbaldu, una piccola borgata rurale, mentre preparano i pani e i dolci tradizionali del periodo pasquale, rispettivamente, detti “su cotzolu de s'ou” o “l'oa di Pasca” e “sas casadinas” o “li casciatini” per citarne alcuni. Una dimensione particolare è stata data al patrimonio antropologico sonoro della Settimana Santa attraverso la documentazione dei suoni che dominano le scena del teatro popolare perfughese come i rintocchi delle campane, il suono delle “matracas e furriolas”, i canti polivocali in latino ed in sardo del coro dei cunfrades, i gosos in sardo dei fedeli che accompagnano il felcro di Gesù crocefisso per le buie e silenziose vie del centro storico di Perfugas. Il nucleo principale del girato si basa sulla documentazione dei riti paraliturgici de “s'Incravamentu” (crocefissione) s'Iscravamentu (deposizione) e s'Incontru (Incontro), a quest'ultimo è legato un aneddoto fornito da Pietrino Casu che racconta un fatto di straordinaria importanza accaduto durante la Domenica di Pasqua dei primi del '900. Per sapere che cosa accadde guardate il film-documentario.

Nella foto: Giovanni Deperu e Giampaolo Buiaroni


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